“La Sala dei colori”, nasce a Treviso da una lista di nozze il cinema per i bambini ricoverati

Un regalo di nozze fuori dal comune. Quando gli invitati al matrimonio di Anna Maria Chiariello e Pietro Geremia, si sono trovati davanti la lista di nozze si sono commossi ancora prima di sentirli pronunciare “sì”: c’era una sola richiesta. Al posto di piatti e bicchieri la coppia ha chiesto ad amici e parenti di contribuire insieme a loro a creare un progetto davvero speciale: realizzare un cinema per i bambini ricoverati nel reparto di Pediatria all’ospedale Ca’ Foncello di Treviso.

Ma non si trattava di sistemare una stanza per adibirla a proiezioni, ma di creare un vero e proprio cinema permanente con tanto di poltrone, ce ne sono 28, luci giuste, uno schermo di 9 metri quadrati e dotarlo di tecnologia digitale di ultima generazione. In pratica creare una sala dove poter proiettare le stesse pellicole appena uscite per il grande schermo. Un desiderio, che come qualche avvolta accade nei film, è poi diventato realtà.

Umanizzazione delle cure

Qualche giorno fa è stata inaugurata e già dal nome si capisce che l’intenzione è di far entrare luci e colori nel reparto di Pediatria. Si chiama non a caso la “Sala dei Colori” ed è la prima sala del genere in Veneto e tra le pochissime in Italia. Costo dell’operazione: 50 mila euro. Sì perché Anna Maria e Pietro non hanno fatto tutto da soli: sono riusciti a convincere sia i vertici dell’Ulss 2 trevigiana che il direttore sanitario dell’ospedale a mettere a disposizione uno spazio. Loro hanno fornito il materiale per la ristrutturazione – sono infatti entrambi titolari di una ditta specializzata in materiale edile – mentre per la parte artistica è stata coinvolta la Medusa Film per la distribuzione delle pellicole. Insomma, una vera e propria sinergia tra pubblico e privato.

“Non solo svago, ma anche un supporto terapeutico”

È stata Anna Maria Chiarello, il giorno dell’inaugurazione, a spiegare cosa ha spinto lei e il marito a trasformare il giorno del matrimonio in un gesto concreto di solidarietà. “Volevamo donare ai bambini della nostro città qualcosa che potesse durare nel tempo e portare confronto alle famiglie. Per questo abbiamo voluto creare un luogo accogliente, dove ritrovare un po’ di serenità, distrarsi e lasciarsi trasportare dalla fantasia. Veder prendere vita questa sala, sapendo che potrà regalare qualche momento di leggerezza e sorrisi a chi ne ha più bisogno, è il dono più bello che potessimo immaginare”. Un simbolo. “La Sala dei colori” mostra quali risultati si possono raggiungere se si mettono insieme energie private e pubbliche. Ma la sala non sarà solo uno spazio dedicato allo svago, il cinema infatti viene considerato anche dai pediatri che hanno subito accolto con entusiasmo l’iniziativa come uno strumento terapeutico che può contribuire all’umanizzazione delle cure di cui tanto si parla. Gli effetti benefici sono molti, spiegano. Stimolando l’immaginazione e momenti di condivisione la visione di un film può avere un forte valore terapeutico aiutando bambini e genitori a migliorare il tono dell’umore, a ridurre l’ansia e persino ad alleviare la percezione di dolore. Come ha spiegato Francesco Benazzi, Direttore Generale Ulss 2 che ha detto sì al progetto: “La “Sala dei Colori” è la prova tangibile che la cura può passare anche attraverso gesti di solidarietà e umanità e che un luogo di cura può essere anche un luogo di gioia”.

Film selezionati con gli psicologici

Le proiezioni saranno selezionate con il supporto di psicologici, pedagogisti e operatori sanitari con l’obiettivo di aiutare i bambini ad affrontare l’esperienza della malattia e della terapia con meno paura e più serenità. A tagliare il nastro con Anna Maria e Pietro nei giorni scorsi anche l’attore Alessandro Preziosi che ha anche fatto un piccolo giro nel reparto accolto dai bambini. “Grazie a questo progetto il cinema alimenta speranza, oltre che come forma di evasione, dando la possibilità di recuperare quel senso di colore che può restituire un orizzonte fatto di amore. Amore vuol dire luce, luce vuol dire colore, e il colore ritorna ad essere amore”.

Le 28 poltroncine sono removibili per consentire l’accesso a carrozzine e letti ospedalieri. Per ora sono previsti due giorni di proiezioni sia durante la mattina che nel pomeriggio, al momento sono state selezionati i “classici” del cartone animato. Oltre alle proiezioni di intrattenimento per i bambini e ragazzi ricoverati e le loro famiglie, la sala ospiterà, anche, rassegne tematiche, sempre messe a punto con specialisti e psicologici a supporto dei percorsi di cura dei pazienti e proiezioni inserite nell’ambito di progetti formativi rivolti al personale sanitario, con l’obiettivo di migliorare competenze relazioni, empatiche e di lavoro in team.

“Il nostro dono di nozze. Ecco perché”

Pietro Geremia è il neo sposo, anche lui con la moglie in prima linea per difendere e realizzare il progetto. A chi gli chiede perché hanno fatto tutto questo, risponde: “Crediamo profondamente nella sanità pubblica. Questo progetto nasce dal desiderio di offrire un contributo concreto a chi ogni giorno vive una sfida difficile, come i bambini ricoverati e le loro famiglie. Esprimo un sentito ringraziamento a tutto il personale sanitario che ha accolto con entusiasmo la nostra iniziativa e che, con grande professionalità e sensibilità, l’ha trasformata in realtà”.

Primo film trasmesso per i piccoli “La luna”, un cortometraggio di animazione premiato con l’Oscar. Racconta la storia di un bambino che viene portato dal nonno e dal papà in mare aperto su una barchetta di legno. Alla fine hanno applaudito, ancora immersi tra le luci, la musica e le emozioni della storia. Immersi nella propria fantasia e nei colori.

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