Cistite, quanto ne sappiamo? Troppo poco

Cistite, poche idee e confuse, su tutti i fronti: cause, fattori di rischio e trattamento. E questo malgrado si tratti di uno dei disturbi più diffusi nella popolazione. Si potrebbero riassumere così i risultati di un ampio studio che ha chiesto a più di 3mila persone tra Regno Unito, Spagna, Italia, Francia e Germania quanto ne sapessero su una delle più diffuse infezioni delle vie urinarie (Ivu): più di un terzo degli intervistati ha confuso la cistite con una patologia cutanea o addirittura con un’allergia alimentare. Una scarsa consapevolezza ancora più preoccupante tra i giovani adulti, dove meno della metà è stata in grado di identificare correttamente la cistite. Idee sbagliate anche su prevenzione e trattamento che mettono in luce la necessità di maggiore informazione per contrastare il problema crescente della resistenza agli antibiotici.

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Donne, più colpite ma anche più informate

La cistite è un’infiammazione del tratto urinario molto comune, nella maggior parte dei casi dovuta alla presenza di batteri nella vescica. Può colpire sia donne che uomini, ma nelle prime è più frequente. Si stima che il 50-60% delle donne soffra di Ivu almeno una volta nella vita, con un picco in giovane età e un rischio che cresce col passare del tempo. Sono proprio le donne ad avere maggiore consapevolezza, con il 63% che ha identificato correttamente il rischio aumentato per il proprio sesso rispetto a solo il 38% degli uomini.

Prevenzione, questa sconosciuta

Ridurre il rischio di cistite è possibile e d’aiuto possono essere una serie di semplici misure: l’Istituto superiore di sanità ne elenca alcune. Ecco allora che meglio sarebbe preferire la doccia al bagno, meglio evitare talco e saponi profumati, non trattenere la pipì, bere molto, svuotare la vescica dopo i rapporti, praticare una corretta igiene intima (pulendosi da davanti a dietro) e indossare biancheria di cotone.

Ma sebbene si tratti di pratiche semplici, la loro conoscenza è risultata abbastanza bassa. Il 71% degli intervistati sapeva sì che bere molta acqua è utile alla prevenzione della cistite, ma solo il 43% era a conoscenza dell’importanza di una corretta igiene intima, soprattutto per le donne. Ancor meno (il 35%) era informato sulla necessità di urinare dopo i rapporti sessuali. Il dato forse più preoccupante è che 1 su 6 non riusciva a nominare neanche una strategia di prevenzione.

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“Molte adolescenti oggi sono sessualmente attive senza comprendere i rischi delle infezioni della vescica. Le giovani donne, in particolare, sono più vulnerabili a causa della loro anatomia, eppure troppo spesso pensano che la pillola anticoncezionale le protegga da tutti i rischi e che il preservativo sia superfluo”, ha commentato Jane Meijlink, presidente dell’International Painful Bladder Foundation, ribadendo la necessità di informazione ed educazione soprattutto verso i giovani, onde evitare infezioni e complicazioni alla vescica.

Troppi antibiotici a caso

Un aspetto allarmante dello studio riguarda l’uso improprio degli antibiotici: il 16% degli intervistati riteneva, sbagliando, che siano sempre necessari per trattare le Ivu, e quasi la metà non era a conoscenza o sottovalutava le crescenti difficoltà nel trattamento delle infezioni dovute al fenomeno della resistenza agli antibiotici.

“Le infezioni del tratto urinario colpiscono oltre 400 milioni di persone in tutto il mondo e causano circa 240 mila decessi ogni anno, con l’aumento della resistenza agli antibiotici che le rende più difficili da trattare – ha spiegato Gernot Bonkat dell’European association of urology – È importante sottolineare che non tutte le infezioni devono essere trattate con antibiotici: un uso oculato è fondamentale per combattere la resistenza”.

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