“Quei Dalì sono un falso”: sotto sequestro alcune opere in mostra a Parma

La mostra Salvador Dalì tra Arte e mito era stata inaugurata sabato scorso: 200 opere per esplorare vent’anni di lavoro (1960-1980) dell’artista spagnolo. Ma ieri mattina nel cinquecentesco Palazzo Tarasconi di Parma sono arrivati i carabinieri del nucleo Tutela patrimonio culturale su mandato della procura di Roma e hanno sequestrato una ventina di litografie, 13 della serie I Cavalli, che potrebbero essere false. L’indagine parte dall’esposto della Fundación Gala – Salvador Dalì, l’ente che gestisce e difende la proprietà intellettuale dell’artista in Spagna. Un’accusa pesante che ha costretto Navigare srl, la società che ha organizzato l’esposizione a pagamento (il biglietto costa 14,50 euro a persona), a vietare gli ingressi per qualche ora e a riaprire, nel pomeriggio, senza le opere contese, sequestrate dai militari. Ma che soprattutto impone agli organizzatori – che hanno assicurato la piena collaborazione alle indagini – di valutare eventuali responsabilità interne. Il curatore della mostra, Vincenzo Sanfo, è anche il proprietario delle litografie finite nel mirino degli inquirenti. “Più precisamente – dice Sanfo, che lavora come curatore per Navigare da cinque anni – sono della società di mia figlia. Ma è tutto in regola. Fanno parte di un album pubblicato nel 1983 da Armand Georges Israel. Non ho ricevuto alcuna comunicazione a mio carico, ma sono pronto a fornire tutta la documentazione di autenticità”. Non è la prima volta che Sanfo è costretto a dimostrare la buona fede del suo operato: già qualche mese fa, durante una mostra su Dalì da lui curata per Navigare al Museo Storico della Fanteria dell’Esercito Italiano di Roma, i carabinieri avevano sequestrato tre litografie, di un’altra serie, ma sempre di sua proprietà, con gli stessi sospetti. “In quel caso – fa sapere Navigare – le opere vennero restituite”. Ma stavolta? Sanfo assicura di essere in regola. Ma Salvatore Lacagnina, responsabile organizzativo delle mostre di Navigare, dice che “verranno fatte tutte le valutazioni del caso”. A cominciare dalla sostituzione delle litografie sequestrate al rapporto con Sanfo nel doppio ruolo di curatore che seleziona le collezioni e collezionista che le presta alla mostra. Nel 2019, Sanfo era stato costretto a fornire la documentazione di due statue di Giacometti anche in quel caso sequestrate dai carabinieri mentre erano esposte all’ex convento di San Francesco d’Assisi a Siracusa. “Ne fu dimostrata l’autenticità”.

Per Navigare ieri è stata una giornata da dimenticare: mentre i carabinieri sequestravano le opere di Dalì a Parma, a Milano la società è stata costretta a rinviare la mostra su Frida Kahlo che avrebbe dovuto essere inaugurata alla Myowngallery – Superstudio Più di via Tortona. Mancano le autorizzazioni e le 180 opere resteranno imballate in attesa di un nuovo spazio.

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