Lancet: nel mondo quasi una persona su due non ha accesso a cibo sano

A livello globale viene prodotto cibo in quantità sufficiente per nutrire la popolazione mondiale, ma circa 3,7 miliardi di persone, pari a quasi la metà degli 8 miliardi nel mondo, non ha un accesso sicuro a cibo sano, a un ambiente pulito o a un salario dignitoso. È l’allarme lanciato dalla Commissione Lancet-Eat in un rapporto che rivela anche che il sistema alimentare globale contribuisce al 30% delle emissioni di gas serra ed è il principale motore delle violazioni dei limiti planetari con impatto su clima, biodiversità, consumo di acqua dolce e uso del suolo.

Il rapporto Lancet

Pubblicato su Lancet, il report stima anche che la Planetary Health Diet (Phd), che privilegia alimenti vegetali naturali e un consumo moderato di prodotti animali come carne e latticini, è associata a un rischio di morte prematura inferiore del 27%. L’adozione globale di questo modello alimentare potrebbe potenzialmente prevenire circa 15 milioni di morti all’anno e ridurre notevolmente il rischio di malattie croniche come diabete di tipo 2, malattie cardiovascolari, cancro e patologie neurodegenerative; potrebbe inoltre sfamare la popolazione mondiale, che arriverà a 9,6 miliardi entro il 2050.

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Che cos’è la Planetary Health Diet

La Phd deve includere cereali integrali (circa 150 grammi o tre o quattro porzioni al giorno), frutta e verdura (500 grammi o almeno cinque porzioni al giorno), frutta secca (25 grammi o una porzione al giorno) e legumi (75 grammi o una porzione al giorno), con poca carne rossa (0-200 grammi o una porzione a settimana), pollame (0-400 grammi o due porzioni a settimana), pesce (0-700 grammi o due porzioni a settimana), uova (3-4 uova a settimana) e latticini (0-500 grammi al giorno o una porzione di latte, yogurt o formaggio al giorno). Raccomanda inoltre di limitare gli zuccheri aggiunti, i grassi saturi e il sale per ridurre le malattie croniche legate all’alimentazione.

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Il 30% della popolazione mondiale consuma il 70% delle risorse

Il rapporto rileva ampie disparità: il 30% della popolazione mondiale più ricca consuma diete responsabili di circa il 70% delle pressioni ambientali complessive causate dai sistemi alimentari. Al contrario, quasi metà della popolazione mondiale non ha accesso a diete sane e accessibili, salari equi e ambienti sicuri, afferma Christina Hicks, Commissaria e professoressa di scienze sociali presso la Lancaster University. “Senza affrontare le disuguaglianze radicate negli attuali sistemi alimentari, nessuna trasformazione sarà completa o duratura”, avverte.

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