Nuove opportunità per i pazienti italiani con occlusione venosa retinica

L’occlusione venosa retinica rappresenta la seconda causa più comune di perdita della vista dovuta a malattie vascolari retiniche, e colpisce circa 28 milioni di persone in tutto il mondo. In Italia, da oggi, le persone che ne soffrono possono usufruire di una nuova opzione di trattamento, faricimab. Il primo e unico anticorpo bispecifico approvato per uso oculare ha dimostrato di migliorare precocemente e in maniera duratura l’acuità visiva e di favorire un significativo riassorbimento del liquido retinico che causa l’edema maculare secondario.

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Preservare la vista è fondamentale per la qualità di vita delle persone colpite da maculopatie. “L’occlusione venosa retinica, soprattutto nella forma centrale, è una patologia invalidante che colpisce prevalentemente persone over 50 e spesso si accompagna ad altre condizioni cardiovascolari”, spiega Francesco Viola, Direttore Struttura Complessa Oculistica della Fondazione Irccs Cà Granda Ospedale Maggiore Policlinico di Milano e Professore all’Università degli Studi di Milano. “Con faricimab riusciamo a mantenere i benefici del trattamento anche con intervalli di somministrazione prolungati. Questo significa meno accessi ospedalieri e una maggiore aderenza alla terapia, oggi più che mai un fattore determinante per preservare la vista”.

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Cosa è l’occlusione venosa retinica

La Rvo causa solitamente perdita della vista improvvisa e indolore a carico dell’occhio colpito, in quanto l’ostruzione della vena limita il normale flusso ematico nella retina, provocando ischemia, sanguinamento, fuoriuscita di liquido e rigonfiamento della retina, il cosiddetto edema maculare. Esistono due tipi principali di Rvo: l’occlusione venosa retinica di branca, che colpisce oltre 23 milioni di persone su scala globale e si verifica quando si ostruisce una delle quattro “branche” più piccole della vena retinica centrale principale, e l’occlusione venosa retinica centrale, che è meno comune – colpisce infatti più di quattro milioni di persone in tutto il mondo – e si verifica quando si ostruisce la vena retinica centrale dell’occhio. Ad oggi, l’edema maculare dovuto a Rvo è generalmente trattato con iniezioni intravitreali ripetute di terapie anti-fattore di crescita endoteliale vascolare.

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Come funziona faricimab

Nella Rvo il livello di angiopoietina 2 (Ang-2) risulta elevato e si ritiene che l’aumento dell’espressione di Ang-2 determini la progressione della malattia, insieme a fattori di crescita endoteliale vascolare (Vegf). Faricimab è stato studiato per colpire e inibire due vie di segnalazione connesse a varie patologie retiniche che minacciano la vista; agisce neutralizzando sia l’angiopoietina 2 (Ang-2) sia il fattore di crescita endoteliale vascolare A (Vegf-A) per ripristinare la stabilità vascolare. Gli studi che hanno portato all’approvazione di faricimab hanno evidenziato benefici prolungati e la possibilità di estendere gli intervalli di trattamento fino a quattro mesi.

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