Mps, Lovaglio entra a Piazzetta Cuccia: incentivi per trattenere i manager

Seconda giornata di cantiere per la nuova Mediobanca targata Mps. A otto giorni dalla visita a Siena dei banchieri d’affari milanesi, ieri sono stati i tre top manager del Monte – l’ad Luigi Lovaglio, il vice dg Maurizio Bai e direttore finanziario Andrea Maffezzoni – a entrare a Piazzetta Cuccia dopo l’Opas che ha portato i senesi all’86%. Una trentina di persone coinvolte sui due fronti, che con l’aiuto delle multinazionali Deloitte e McKinsey, advisor per l’integrazione, hanno avviato un lavoro che durerà circa un anno. Le squadre, a quel che si apprende, si divideranno tra le diverse aree tematiche: la banca d’investimento e il private banking che resteranno i capisaldi del marchio fondato da Enrico Cuccia, Mediobanca Premier per cui si proverà l’integrazione con la senese Banca Widiba, Compass che dovrebbe essere accorpata con il credito al consumo dei senesi, infine la quota del 13% in Generali, il cui destino strategico verrà scritto l’anno prossimo.

Mps, 11 nomi per il cda Mediobanca. Inizia l’era Grilli-Melzi D’Eril

In parallelo ai vari “cantieri” di integrazione c’è il tema degli incentivi per trattenere i dirigenti chiave di Mediobanca, tutti da riscrivere dopo il cambio di controllo e la monetizzazione di quelli precedenti. È un compito per il nuovo cda di Mediobanca: che ci starebbe già lavorando, benché il consiglio espressione di Mps, con Vittorio Grilli presidente e Alessandro Melzi d’Eril ad, s’insedierà solo dall’assemblea del 28 ottobre. Ma il piano di fidelizzazione non può aspettare: come emerso dalla semestrale di Mediobanca, dalla sola area private banking sono già usciti 15 elementi, portando con sé circa 1,5 miliardi di masse, circa un terzo della raccolta netta annuale della divisione. Tra loro Gianluca Piacenti e Alessandro Vagnucci, passati a Intesa Sanpaolo. I deflussi di personale e masse finanziarie sembra abbiano rallentato, ma servono promesse sonanti dal nuovo azionista.

Giovedì pomeriggio, 9 ottobre, Lovaglio è atteso al Senato per l’audizione alla Commissione banche, dove dovrebbe illustrare il suo progetto di integrare due istituti così diversi, e le sue tesi sul fatto che ci saranno altre fusioni bancarie in Italia.

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