Olio d’oliva, in cinque anni il giro d’affari in Giappone aumenta del 22%
‘Less is more’: meno quantità, più qualità. Nel design quanto nell’agroalimentare, olio d’oliva in primis. Non solo in Italia ma, soprattutto, nei mercati esteri, uno su tutti quello giapponese. Basti pensare che nell’ultimo quinquennio il giro d’affari dell’olio d’oliva nel Paese del Sol Levante ha registrato una crescita del 22% raggiungendo quota 60 milioni di yen, solo in parte dovuta all’aumento dei costi della materia prima che, a sua volta, ha controbilanciato la diminuzione dei volumi venduti. Nemmeno il trend negativo della valuta giapponese e l’elevato tasso di inflazione, infatti, hanno impedito a un’azienda storica dell’olio extravergine italiano qual è Monini di continuare a crescere in doppia cifra sia a livello di volumi sia in termini di valore. In particolare, a mettere al riparo l’olio Monini dal rischio di banalizzazione ovvero di equiparazione ai prodotti dei competitor spagnoli e non europei, ha contribuito la sua ‘brand equity’, costruita anno dopo anno a partire dal 1985.
L’impegno profuso per far conoscere il prodotto, esaltandone le caratteristiche presso gli operatori in modo che potessero valorizzarle al meglio, ha consentito al marchio umbro di ampliare la distribuzione raggiungendo la maggior parte dei grandi retailer e pressoché tutti gli ‘specialty store’ dedicati ai cosiddetti ‘premium international brand’. L’organizzazione di degustazioni guidate all’interno di ‘department e outlet store’ nonché la partecipazione ai principali eventi enogastronomici e le collaborazioni con influencer e associazioni culturali, a loro volta, hanno contribuito a far entrare l’olio Monini nella lista della spesa e, soprattutto, nella dieta delle famiglie ‘jap’.
Il down-sizing dai formati da 1.000ml e 500ml a quello da 250ml nonché il focus promozionale sulle referenze di connotazione ‘mainstream’ hanno mantenuto alta la ‘brand loyalty’. “L’obiettivo nel breve termine è stabilizzare la nostra presenza in tutte le principali catene così da scongiurare rischi di ‘stock out’ dovuti a problemi di natura logistica locale – spiega Zefferino Monini, presidente e amministratore delegato di Monini Spa – Puntiamo poi a recuperare quella fascia di consumatori che ha sostituito l’olio d’oliva con prodotti più economici, stimolandone nuovamente l’acquisto attraverso supporti promozionali messi a punto insieme ai retailer”. Confidando che vada tutto liscio come l’olio.

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