Ferrari, rivoluzione elettrica: ecco la supercar del futuro
MARANELLO – Fino a qualche anno fa l’associazione tra un pacco di batterie con motore elettrico e il nome Ferrari veniva considerata un’eresia. Ora anche i puristi si dovranno ricredere. Avrà quattro porte e quattro posti, un propulsore da oltre 1000 cavalli, un’autonomia di oltre 530 chilometri e una velocità massima di 310 chilometri orari. A Maranello un primo assaggio della Ferrari elettrica, tra batterie, motore, sospensioni e telaio. Un lancio diverso dal solito. La vettura si vedrà completa nella prima metà del 2026, ma in occasione del Capital Market Day, dove i vertici del Cavallino hanno presentato il piano strategico 2026-2030, il costruttore ha messo in mostra le novità tecnologiche. E sono tante, ad iniziare anche dal sound della vettura, che non è ricreato artificialmente, ma viene prodotto da una spia che capta ed estrae le vibrazioni reali del motore elettrico trasformandole in suono.
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«Questa è una data storica», sottolinea l’ad Benedetto Vigna. Il presidente esecutivo John Elkann dice che «la nuova Ferrari elettrica testimonia ancora una volta la nostra volontà di progredire coniugando rigore tecnologico, creatività del design e maestria artigianale». Aprendo la convention con gli analisti, Elkann ha rimarcato «l’impegno totale dell’azionista di riferimento verso il gruppo e verso l’Italia». Un modo per rispondere in maniera indiretta a chi pensa a un disimpegno di Exor da Ferrari dopo la scelta, a febbraio, di cedere 7 milioni di azioni, il 4%. «Che sia ben chiaro: questa per me è una questione personale. Mi impegno in qualità di presidente, di azionista di maggioranza, e soprattutto nel nome di una passione che per me dura da tutta una vita: quella per Ferrari», ha ribadito Elkann. Ricorda i 6,5 miliardi usati per lo sviluppo dopo la quotazione in Borsa decisa nel 2015 e il quasi raddoppio dei dipendenti. E annuncia la nascita a Maranello di M-tech, scuola di formazione per tecnici e ingegneri.
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Ferrari ha svelato anche il suo piano strategico che punta a 9 miliardi di ricavi nel 2030, con 4,7 miliardi di investimenti. E nonostante la revisione al rialzo dei target del 2025, superando gli obiettivi di profittabilità del piano strategico al 2026 con un anno di anticipo, i target dei cinque anni non hanno convinto il mercato che si aspettava previsioni più alte. Il titolo è crollato in Borsa, lasciando il 15,41% a 354 euro e tornando sui livelli del febbraio 2024. «Il piano è ambizioso, ma penso che il mercato si aspettasse ricavi più alti. L’importante è che rispettiamo gli obiettivi. Non possiamo vincolarci a target che poi non siamo in grado di raggiungere. Dobbiamo essere prudenti», dice Vigna.
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Ferrari prevede quattro nuovi lanci per anno, in media, al 2030. I ricavi dovrebbero avere un tasso di crescita annuale di circa il 5%, trainato più dalle vetture sportive, oltre che dal racing e il lifestyle. Nel 2030 l’obiettivo è di raggiungere un ebitda di almeno 3,6 miliardi, con un margine almeno pari al 40%. Ferrari prevede poi una remunerazione agli azionisti di 7 miliardi, tra dividendi e programma di riacquisto di azioni proprie, con un incremento del dividend pay-out al 40%.
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