Hpv: i vaccini proteggono anche le donne non vaccinate

I vaccini contro il papillomavirus umano (Hpv) sono un vero e proprio salvavita. Ma la loro efficacia va oltre la singola persona. Potrebbero, infatti, offrire protezione indiretta anche a livello di popolazione, e quindi, proteggere dall’infezione del virus, principale causa del tumore della cervice uterina, anche le donne che non si sono vaccinate.

A metterlo nero su bianco è stato oggi un ampio studio a lungo termine svolto da un team di ricerca dell’Albert Einstein College of Medicine di New York, che ha dimostrato appunto come le vaccinazioni contro l’Hpv potrebbero fornire la cosiddetta immunità di gregge. I dettagli sono pubblicati sulla rivista Jama Pediatrics.

Cos’è l’Hpv

Il papillomavirus umano è l’infezione sessualmente trasmissibile più comune al mondo ed è la causa principale del cancro al collo dell’utero (ma è correlato all’insorgenza anche di altri tumori nell’area genitale e a livello orofaringeo). Nel nostro Paese, secondo i dati pubblicati nel rapporto “I numeri del Cancro in Italia 2024”, ogni anno si registrano circa 2.400 nuovi casi di cancro della cervice, pari a circa l’1,3% di tutti i tumori diagnosticati nelle donne. Contro l’Hpv esistono vaccini efficaci, raccomandati per ragazzi e ragazze prima dell’inizio dell’attività sessuale. In questo nuovo studio, gli autori erano interessati a indagare l’efficacia dei vaccini in contesti reali, ovvero meno controllati di quelli impiegati nelle sperimentazioni cliniche, e ad elevato rischio (o per numero di partner sessuali o per infezioni sessualmente trasmesse pregresse), come ha spiegato Jessica Kahn, a capo della ricerca.

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L’efficacia dei vaccini contro l’Hpv

In totale i ricercatori hanno analizzato oltre 2.300 donne adolescenti e giovani adulte tra il 2006 e il 2023. Nell’arco di questi 17 anni, i tassi di vaccinazione contro l’Hpv sono aumentati dallo 0% – cioè da quando non c’era un vaccino – all’82% (da tempo sono disponibili sul mercato vaccini che proteggono contro diversi sierotipi dell’Hpv). Con l’aumento della copertura vaccinale, i tassi di infezione da papillomavirus umano sono diminuiti drasticamente tra le partecipanti vaccinate (incluse anche le donne con una sola dose).

Qualche esempio, come riassume una nota dell’Albert Einstein College of Medicine: le infezioni dai sierotipi di Hpv 16 e 18, che causano oltre il 70% dei tumori cervicali e sono coperti dal vaccino bivalente, sono diminuite del 98,4%, mentre quelle da Hpv 16,18, 6 e 11 (coperti dal vaccino quadrivalente) sono diminuite del 94,2%. Infine, quelle da altri sierotipi coperti dal vaccino nonavalente sono diminuite del 75,7%. E questo, puntualizzano gli esperti, senza che fossero cambiate le abitudini delle donne prese in esame.

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L’eliminazione del tumore della cervice

Dallo studio, inoltre, sono emerse solide prove dell’immunità di gregge, con diminuzioni delle infezioni tra le donne non vaccinate fino al 75% (per le infezioni coperte dai vaccini bivalenti e quadrivalenti). “I nostri risultati – si legge nel paper – forniscono nuove prove di una solida efficacia e di una protezione di gregge nelle ragazze adolescenti e nelle giovani donne con esperienza sessuale a rischio relativamente elevato di Hpv e tumori associati, anche se non hanno ricevuto la serie di vaccini raccomandata da 2 o 3 dosi”.

Proprio questi dati stridono però con la scarsa implementazione di programmi vaccinali e di screening a livello globale, come ha ricordato Kahn. In alcuni paesi i tassi di vaccinazione sono solo di pochi punti percentuale. ”Ampliando la diffusione di questo vaccino altamente sicuro ed efficace e garantendo l’accesso ai programmi di screening e trattamento – ha concluso – possiamo raggiungere una delle più grandi vittorie in materia di salute pubblica del nostro tempo: l’eliminazione del cancro alla cervice in tutto il mondo”.

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