Nuova stretta anti Cina: gli Usa mettono al bando smartwatch e telecamere

New York – Sfumato il Nobel per la Pace, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump è tornato a fare quello che gli riesce meglio: andare allo scontro. Dopo aver annunciato, venerdì, l’intenzione di applicare dazi al cento per cento sulle importazioni cinesi, in risposta alle nuove restrizioni decise da Pechino sulle esportazioni delle ‘terre rare’, cruciali per le nuove tecnologie e l’intelligenza artificiale, la Guerra Fredda tra i due giganti si è allargata a microchip, componenti elettroniche e voli commerciali. Il presidente della Fcc, Federal Communications Commission, l’agenzia americana che si occupa di telecomunicazioni, ha annunciato che i principali siti statunitensi di commercio online hanno rimosso milioni di inserzioni relative a prodotti elettronici cinesi vietati. Il presidente Brendan Carr ha spiegato in un’intervista che gli articoli rimossi si trovano nell’elenco delle apparecchiature proibite o non sono stati autorizzati. Tra questi figurano dispositivi come telecamere di sicurezza domestiche e smartwatch prodotti da aziende come Huawei, Hangzhou Hikvision, Zte e Dahua Technology Company.

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Carr ha aggiunto che gli Stati Uniti stanno rafforzando nuove procedure per impedire la vendita futura di articoli vietati. Tra questi, le apparecchiature di videosorveglianza. sospettate di consentire alla Cina di sorvegliare i cittadini americani. La linea dura di Trump, però, andrà valutata sul medio periodo, senza fermarsi agli annunci. Secondo il Financial Times, potrebbe essere un nuovo tentativo di minacciare lo scontro per ottenere una mediazione al ribasso. Il dettaglio è nella data di entrata dei dazi: il 1 novembre, due giorni dopo un incontro programmato da tempo con il presidente cinese Xi Jinping. Secondo il quotidiano finanziario, Trump stava creando uno spazio per una soluzione. Un ex funzionario americano ha parlato di “mega Taco”, usando l’acronimo di “Trump always chickens out”, frase diventata popolare per indicare l’abitudine del presidente a fare marcia indietro di fronte alla pressione cinese. Ma intanto nuove scadenze presuppongono lo scontro.

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Il 28 ottobre l’agenzia voterà la messa al bando di dispositivi contenenti componenti presenti nella “Covered List”, la lista nera ufficiale, e lo stop alla vendita di apparecchi già approvati. Intanto il mese scorso sono partite le procedure per revocare il riconoscimento a sette laboratori di test di proprietà o sotto controllo del governo cinese. La guerra fredda è destinata ad allargarsi su altri fronti. Gli Stati Uniti potrebbero imporre controlli sulle esportazioni di componenti per aerei Boeing come ritorsione. Le compagnie aeree cinesi hanno ordini per almeno 222 Boeing, secondo Cirium, società di analisi del settore aeronautico. Trump non vuole solo costringere le flotte cinesi a restare a terra, ma mettere in difficoltà quelle in volo. L’amministrazione americana ha proposto di vietare alle compagnie aeree cinesi di sorvolare la Russia sulle rotte da e verso gli Stati Uniti, sostenendo che la riduzione dei tempi di volo consentita da questa pratica pone le compagnie aeree americane in una posizione di svantaggio. Intanto dopo una calma durata mesi, Wall Street ha pagato le prime conseguenze delle minacce di Trump. L’indice S&P 500 è sceso del 2,7% venerdì, peggiore giornata da aprile. Il Dow Jones ha perso l’1,9%, mentre il Nasdaq è arretrato del 3,6%.

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