Miriam Adelson, la miliardaria che ha convinto Trump a chiedere il rilascio degli ostaggi
New York — Di fronte al parlamento israeliano, il presidente Donald Trump ha elogiato il suo segretario di Stato, il capo del Pentagono, il suo inviato speciale, poi il genero, il primo ministro Benjamin Netanyahu e l’esercito israeliano. Poi, a sorpresa, ha citato un nome: Miriam Adelson, seduta tra il pubblico. Trump ne ha esaltato l’impegno, scatenando una standing ovation dell’aula. Adelson, 80 anni, è una generosa donatrice repubblicana che ha versato 106 milioni di dollari alla campagna elettorale di Trump. Era sposata al magnate dei casinò Sheldon Adelson, morto nel 2021. Trump ha attribuito alla coppia il merito di averlo spinto a riflettere sul riconoscimento dell’annessione israeliana delle Alture del Golan, cosa che fece durante il suo primo mandato. “Guardatela lì, seduta così innocentemente. Ha 60 miliardi in banca. Sessanta miliardi”, ha detto Trump durante il suo discorso alla Knesset. “La metterò nei guai con questo — ha aggiunto — ma una volta le ho chiesto: allora, Miriam, so che ami Israele. Cosa ami di più, gli Stati Uniti o Israele? Lei ha rifiutato di rispondere, il che significa che potrebbe esserci un problema, devo dire”. In aula hanno riso in modo sommesso.
Adelson, i cui due figli vivono in Israele, ha svolto un ruolo cruciale come intermediaria nell’aiutare le famiglie degli ostaggi israeliani a presentare il loro caso a Trump. Alcune famiglie hanno rivelato di aver parlato con lei quasi ogni giorno. Questo impegno ha contribuito a convincere il tycoon a fare del rilascio degli ostaggi una priorità, diventata elemento chiave del suo piano per mettere fine al conflitto.
Nata a Tel Aviv nel 1945 da genitori immigrati dalla Polonia, Miriam Adelson si è formata come medico, specializzandosi nel trattamento delle dipendenze. Nel 1991 ha sposato Sheldon Adelson, miliardario del settore dei casinò, che aveva trasformato la Las Vegas Sands in un impero del gioco d’azzardo con resort in Asia e negli Stati Uniti.
Quando si sposarono, Miriam possedeva già la quota maggiore del capitale azionario della società, ma dopo la morte del marito ha assunto il controllo della Las Vegas Sands, che gestisce grandi casinò a Singapore e Macao. La famiglia ha venduto nel 2022 le sue leggendarie proprietà sulla Strip di Las Vegas, tra cui il Venetian Resort, per 6,25 miliardi di dollari. Due anni fa Adelson ha acquisito la quota di maggioranza nella squadra NBA dei Dallas Mavericks. Trump racconta spesso che gli Adelson andavano a trovarlo alla Casa Bianca durante il suo primo mandato, chiedendogli di adottare politiche pro-Israele. Sionisti convinti e legati alla destra americana, gli Adelson sono diventati megadonatori repubblicani dal 2010 in poi, versando oltre 600 milioni di dollari per sostenere le tre campagne presidenziali di Trump e altri candidati repubblicani.
L’atteggiamento di Miriam si è irrigidito dopo gli attacchi del 7 ottobre. In un editoriale pubblicato su Israel Hayom — uno dei quotidiani più letti del Paese, di cui è proprietaria — aveva chiesto l’emarginazione dei critici di Israele in tutto il mondo: “I simpatizzanti stranieri di Hamas sono nostri nemici, gli abilitatori ideologici in Occidente di coloro che farebbero di tutto per cancellarci dal Medio Oriente”. La coppia ha spinto Trump a trasferire l’ambasciata statunitense da Tel Aviv a Gerusalemme nel 2016 e a riconoscere il controllo israeliano sulle Alture del Golan occupate dalla Siria durante il suo primo mandato. Sette anni fa Trump ha conferito a Miriam la Medaglia presidenziale della libertà, il più alto riconoscimento civile assegnato dalla Casa Bianca.
Durante un evento, Adelson ha dichiarato agli elettori ebrei che hanno un “dovere sacro” di sostenere Trump, “come segno di gratitudine per tutto ciò che ha fatto e nella fiducia in tutto ciò che ancora farà”. La miliardaria ha difeso la dura repressione delle manifestazioni studentesche pro-Palestina dell’anno scorso, definendo le proteste — in un articolo su Forbes Israel — “orrende adunate di attivisti musulmani radicali e del movimento Black Lives Matter, ultraprogressisti e agitatori di professione”.
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