Cambiamento climatico ancora primo rischio percepito, ma emerge senso di stanchezza e rassegnazione

Lo chiamano “climate fatigue”, spossatezza da clima, quel sentimento di rassegnazione e prostrazione derivato dalle pessimistiche prospettive legate ai cambiamenti climatici, dovuto anche al costante bombardamento di informazioni relative all’argomento che contribuisce al diffuso sentimento di sopraffazione. Ed è proprio il rischio climatico la principale preoccupazione percepita a livello globale: a evidenziarlo è la dodicesima edizione del “Future Risks Report”, indagine a pubblicata dal Gruppo Axa in collaborazione con Ipsos che analizza la percezione della minaccia e dell’impatto dei rischi emergenti sull’intera società. Quest’anno il sondaggio ha coinvolto 3600 esperti di rischio in 57 Paesi, unitamente a 23mila persone da 18 Paesi.

“Il Future Risks Report 2025 fotografa ancora una volta un contesto segnato da rischi sempre più interconnessi e da un crescente senso di vulnerabilità di fronte a una società percepita come sempre più frammentata”, commenta Chiara Soldano, ad del Gruppo assicurativo Axa Italia. “Come assicuratori abbiamo una responsabilità, insita nel nostro mestiere di protezione e nella nostra conoscenza dei rischi: accompagnare le persone e la società in questo scenario di trasformazione e contribuire alla resilienza delle nostre comunità”.

Dopo il rischio climatico è l’instabilità geopolitica a destare le maggiori preoccupazioni, specie in Europa, dove occupa il primo posto nella classifica degli esperti. Facile comprenderne le motivazioni, dato il perdurare del conflitto tra Russia e Ucraina e la complessa situazione in Medio Oriente. Ancora dopo vengono i rischi cibernetici, legati a doppio filo a quelli relativi ad intelligenza artificiale e Big Data, che preoccupano soprattutto gli esperti in America, Asia e Africa. Permane poi il timore collegato al trend demografico e alle sue conseguenze sugli attuali sistemi di previdenza, con il 93% degli esperti che teme un aumento dei costi di assistenza sanitaria.

Ad emergere, specie in Paesi come Germania, Belgio e Italia, è un diffuso senso di frammentazione della società, dovuto anche e soprattutto alla crescente disuguaglianza economica e sociale. Cresce allo stesso tempo la consapevolezza di rischi sempre più interconnessi che richiedono soluzioni olistiche a livello globale e forti azioni preventive: in questo senso, l’89% degli esperti e il 72% della popolazione ritiene cruciale il compito destinato alle compagnie assicurative. Tuttavia, la democrazia e la libertà di espressione rimangono valori condivisi che non vanno sacrificati sull’altare della gestione del rischio.

E in Italia? Due particolarità che contraddistinguono i nostri concittadini, in controtendenza rispetto alla media europea, sono i timori relativi ad inquinamento e nuove pandemie. Leggermente superiore alla media globale è poi il senso di vulnerabilità e di crescente impatto delle crisi sulla vita quotidiana, così come il senso di frammentazione, causato dall’inasprimento delle disuguaglianze sociali. Particolarmente sentito è poi il rischio demografico, con tutte le prevedibili conseguenze sui costi sanitari e sul sistema previdenziale e sanitario. Ma anche da noi, secondo l’analisi di Axa, si concorda sul fatto che i rischi potrebbero essere evitati, anche solo parzialmente, con una forte azione preventiva.

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