“Siamo già al 3% di deficit” chiarimento Giorgetti-Fmi a Washington
“Abbiamo notato la sovra-performance notevole dell’Italia sul deficit lo scorso anno, secondo i dati anche quest’anno sarà migliore delle attese, è fantastico”. Dietro le parole di Alfred Kammer, direttore del dipartimento europeo del Fmi, nel corso della presentazione nel suo Regional Economic Outlook per l’Europa c’è anche un piccolo retroscena che ha coinvolto il ministro Giancarlo Giorgetti nella sua breve trasferta per il tradizionale meeting d’autunno del Fondo Monetario mentre in Italia si completava la struttura della manovra . “Avrete visto che la nostra previsione per quest’anno era di un deficit del 3,3% del Pil, mentre secondo le autorità italiane sarà del 3,0% – ha aggiunto – una volta aggiornate le nostre previsioni ne terremo pienamente conto”
Kammer (Fmi): “In Europa, tariffe interne del 44% serve lo zar delle riforme” dal nostro inviato Paolo Mastrolilli 17 Ottobre 2025
Kammer (Fmi): “In Europa, tariffe interne del 44% serve lo zar delle riforme”
Il fiscal monitor
Tutto nasce dal documento “Fiscal monitor” che il Fondo Monetario Internazionale ha pubblicato mercoledì scorso in cui effettivamente la stima il rapporto tra deficit e Pil dell’Italia è al 3,3% quest’anno (in calo da -3,4%) e al 2,8% dal 2026 prevedendo che resterà sotto la soglia del 3% anche negli anni successivi. Arrivato a Washington Giorgetti ha incontrato Daniel Katz, fresco (è in carica dal 5 ottobre) primo vicedirettore dell’Fmi per confermargli che l’Italia, come invece emerge dai documenti inviati all’Europa e in Parlamento propedeutici alla legge di bilancio, già a fine anno chiuderà al 3%, anche per uscire dalla procedura per deficit eccessivo aperta con Bruxelles. Chiarimento accettato dai tecnici del Fondo, come poi le parole di Kammer hanno specificato
La spiegazione tecnica e il precedente
La vicenda non è inedita e ha una spiegazione tecnica che s’intreccia con le tempistiche delle leggi di bilancio europee che sono tradizionalmente “in fattura” in questi mesi e in cui i Paesi si impegnano in programmi di risanamento, mentre il report del Fmi e le conseguenti richieste di maggiori riforme per rientrare dal debito prende come riferimento solo i dati consolidati dei vari Stati. L’anno scorso l’allarme del Fiscal Monitor sull’Italia aveva generato una risposta ancora più forte da parte di Giorgetti e un altro incontro chiarificatore con la direttrice Kristalina Georgieva. Anche la Francia aveva protestato allo stesso modo. Questa volta gran parte del risanamento dei conti italiano era già stato segnalato dalle agenzie di rating e il richiamo del Fondo è stato meno forte, pur senza eliminare il ritardo temporale. Il raggiungimento del 3% sarà riconosciuto dall’Fmi solo nei prossimi mesi anche se Kammer ha già assicurato il ritocco
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