Tchéky Karyo, morto un volto del cinema europeo. Fu l’agente Bob in “Nikita” di Besson
Si è spento all’età di 72 anni l’attore francese Tchéky Karyo, tra i volti più intensi e riconoscibili del cinema europeo. L’artista, malato da tempo di tumore, è morto a Parigi. A darne notizia è stata la famiglia.
Nato a Istanbul nel 1953 con il nome di Baruh Djaki Karyo, da padre ebreo sefardita e madre greco-ortodossa, si era trasferito in Francia durante l’infanzia. A Parigi aveva scoperto la passione per la recitazione, formandosi al Conservatorio e debuttando a teatro, fino a calcare il palcoscenico del Festival di Avignone.
Il grande successo arrivò alla fine degli anni Ottanta con L’orso(1988) di Jean-Jacques Annaud, dove interpretava un cacciatore tormentato, e soprattutto con Nikita (1990) di Luc Besson. Nel ruolo dell’agente Bob, mentore della protagonista Anne Parillaud, Karyo conquistò il pubblico internazionale con un equilibrio perfetto tra forza e vulnerabilità, imponendosi come uno degli attori più intensi della sua generazione.
Nel corso della carriera ha lavorato con registi di fama mondiale, da Robert Altman (“Vincent & Théo”, 1990) a Ridley Scott (“1492 – La conquista del paradiso”, 1992), da Michael Bay (“Bad Boys”, 1995) a Martin Campbell (“GoldenEye”, 1995), fino a Roland Emmerich (“Il patriota”, 2000). In Italia è stato apprezzato in “Va’ dove ti porta il cuore” (1996) di Cristina Comencini e “La masseria delle allodole” (2007) dei fratelli Taviani.
Dotato di un carisma discreto ma profondo, Karyo ha saputo attraversare con naturalezza i generi più diversi, dal dramma alla commedia, dal thriller al film storico. La sua partecipazione a Il favoloso mondo di Amélie”(2001) di Jean-Pierre Jeunet ha ulteriormente confermato la sua versatilità.
Negli ultimi anni aveva conosciuto una nuova stagione di notorietà grazie alla televisione, interpretando l’investigatore Julien Baptiste nelle serie The Missing”(2014-2016) e Baptiste (2019-2021). Il personaggio, malinconico e profondamente umano, era diventato uno dei più amati dal pubblico, simbolo di un interprete capace di unire rigore e sensibilità fino all’ultimo ruolo.
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