La Fenice, orchestrali imbavagliati dopo stop ai comunicati. Trentin (Rsu): “Vogliono farci tacere”
Gli orchestrali de La Fenice ieri si sono imbavagliati simbolicamente davanti al Teatro prima del concerto diretto dal maestro Kent Nagano, e hanno distribuito a spettatori e passanti di Campo San Fantin il volantino del comunicato sindacale contro la nomina del maestro Beatrice Venezi a direttore musicale della Fenice. Quel comunicato sindacale che dal 27 settembre avevano potuto leggere sul palco prima di esibirsi, almeno fino a ieri, quando il sovrintendente Nicola Colabianchi ha revocato l’autorizzazione: «Abbiamo voluto rappresentare visivamente questo tentativo di metterci a tacere», spiega Marco Trentin, violoncellista dell’orchestra e segretario provinciale Fials Cisal.
Adesso che cosa succede sul fronte pratico? Finora avevate potuto manifestare il vostro dissenso all’interno del teatro, ora siete dovuti uscire.
«Sì, e questo è indicativo. Probabilmente pensano che ci stancheremo, che ci lasceremo scoraggiare. Ma non abbiamo alcuna intenzione di mollare. Faremo tutto ciò che è possibile, nel rispetto della legalità, per cambiare questa situazione. Ripeto: non abbiamo nulla di personale contro la signora Venezi, rispettiamo il suo lavoro, ma difendiamo un principio».
E quando arriverà concretamente? Voi dovrete comunque lavorare. Come pensate di comportarvi?
«Noi siamo professionisti e siamo pagati per lavorare, quindi il nostro dovere lo faremo. Ma il giudizio, a quel punto, lo darà anche il pubblico. Perché non è semplice salire sul podio in una situazione così tesa. Non dev’essere facile affrontare un’orchestra e un pubblico che sanno com’è andata. Mi dispiace anche per lei, sinceramente, ma sarà una situazione complicata da gestire per la direzione della Fondazione».
Ci sono state ripercussioni per la vostra protesta, sui singoli o sul gruppo?
«No, finora nessuna. Ci siamo sempre mossi in modo corretto, nel pieno rispetto del contratto e delle norme sindacali. Certo, ci sono state dichiarazioni spiacevoli, come quelle del sindaco, che ha accennato al fatto che potrebbero saltare dei “premi” – non si capisce quali – ma sono parole che lasciano il tempo che trovano. Noi andiamo avanti tranquilli, nel rispetto delle regole».
Il fronte interno è unito? Col tempo non temete che si incrini?
«No, assolutamente. È una delle cose più belle che stanno accadendo. Siamo compatti: 300 lavoratori, cioè la totalità del personale, hanno approvato il documento in cui si chiedeva la revoca della nomina. E siamo ancora tutti insieme, uniti e determinati. Non c’è alcun dubbio su questo. Ma l’importante è che si capisca che la nostra non è una battaglia contro qualcuno, ma per il rispetto di un principio: la qualità e l’autonomia artistica della Fenice».
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