Tom Cruise e l’Oscar alla carriera: “Fare film non è ciò che faccio è ciò che sono”

Quattro candidature agli Oscar (per Nato il quattro luglio, Jerry Maguire, Magnolia e Top Gun: Maverick) ma neppure una statuetta per Tom Cruise che ha dedicato tutta la sua vita al cinema. L’Academy ha rimediato la scorsa notte a Los Angeles con un Oscar onorario, ovvero un Oscar alla carriera tributato all’attore e regista.

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È stato il regista messicano Alejandro G. Iñarritu (che lo ha scelto per il suo prossimo film) a consegnare la statuetta a Cruise che in un emozionante discorso ha raccontato: “”Fare film non è quello che faccio, è ciò che sono. ll cinema mi porta in giro per il mondo, mi aiuta ad apprezzare e rispettare le differenze. Ci mostra la nostra umanità condivisa. In una sala buia, non importa da dove veniamo, ridiamo insieme, proviamo emozioni insieme, speriamo insieme. Questa è la forza della nostra arte”.

Cruise, 63 anni, e una filmografia impressionante che vanta 50 titoli, ha debuttato poco più che ragazzo nel 1981 e da allora non ha più smesso. “Ero solo un bambino, ricordo quel fascio di luce che esplodeva sullo schermo. Improvvisamente, il mondo era molto più grande di quello che conoscevo” ha detto ieri sera. Alcuni anni fa a Cannes – in occasione della Palma d’onore e di una masterclass affollatissima – aveva raccontato: “Sono cresciuto con il cinema di Buster Keaton, Harold Lloyd, Charlie Chaplin e da quando avevo 4 anni che volevo fare il cinema. È stato un viaggio interessante, ho iniziato da giovane e ho fatto di tutto per poterlo fare tutto il resto della mia vita. Ho cercato di studiare e imparare per avere capacità in tutti gli aspetti della macchina: il montaggio, la sceneggiatura, la regia ma prima di tutto rimango uno spettatore. Metto il mio cappellino e vado in incognito nella sala cinematografica, mi siedo in platea, voglio vedere tutto e cercare di capire fin dove si può spingere questa forma d’arte. Sono sempre proiettato verso il futuro a chi mi dice ma cosa puoi fare di meglio? Per me il tempo passato con la troupe sul set è prezioso”.

Nel corso della serata sono stati premiati anche la coreografa Debbie Allen e lo scenografo Wynn Thomas. Il Jean Hersholt Humanitarian Award è stato assegnato alla cantante Dolly Parton per il suo impegno filantropico, che ha ringraziato con un videomessaggio. L’attrice e cantante aveva messo in allarme i fan qualche settimana fa quando la sorella aveva chieso ai fan di pregare per lei, ma poi era stata la stessa Dolly a chiarire che “non era ancora morta”.

Tra gli ospiti della serata c’era anche Toni Servillo, negli Stati Uniti per promuovere il film di Paolo Sorrentino La grazia che esce in America il 5 dicembre.

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