Lea Gavino in gara a Sanremo Giovani, dalle serie tv al talent per il festival
Il debutto con Michele Placido nel ruolo di Artemisia Gentileschi ne L’ombra di Caravaggio, il film sulla violenza di genere in Una storia nera, la serie Skam – Italia con temi come l’abuso e i disturbi alimentari e adesso il debutto come cantautrice anche se la musica fa parte della sua vita da molto prima avendo cominciato a suonare il pianoforte da bambina. Lea Gavino, 26 anni, romana, stasera sfida Amsi, Angelica Bove, Disco Club Paradiso, Nicolò Filippucci e Soap per avere un posto al Teatro Ariston a febbraio.
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Lea Gavino porta a Sanremo giovani il brano Amico lontano scritto da lei e composto insieme a Valerio Smordoni, una ballad che esplora con il tema della distanza e del rimorso. “Amico lontano è un pezzo a cui tengo moltissimo, forse il più intimo che abbia scritto – ha detto la giovane cantautrice – racconta l’assenza, il dolore silenzioso per qualcuno che non c’è più e con cui avrei voluto condividere un pezzo di vita: linee parallele che credevo destinate a incontrarsi e che invece si sono improvvisamente separate. È il tentativo di parlare ancora con chi non può ascoltare, di dire ciò che non si è riusciti a dire: quanto valeva, quanto era importante. È un invito a restare un attimo in più, a non volare via”.
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Sorella di Damiano Gavino, che proprio in questi giorni torna in tv con la terza stagione di Un professore, Lea ha un sogno, lavorare con suo fratello: “Penso che avere l’opportunità di lavorare con mio fratello sarebbe molto stimolante sia a livello personale che lavorativo – aveva raccontato – mettere in scena il nostro rapporto sarebbe fantastico”. E proprio al fratello Damiano è dedicato il suo secondo singolo Figli. E anche se ora è concentrata sulla sua carriera di cantautrice, quando le è stato chiesto cosa significasse per lei recitare ha raccontato un aneddoto: “Penso a una cosa che mi è successa da bambina. Avrò avuto quattro o cinque anni e insieme ai miei genitori ero andata a visitare un acquario, ricordo vagamente dei delfini… Ricordo che alla fine della giornata avevamo scoperto di essere entrati mio padre e io nelle riprese che avevano fatto acquario e abbiamo comprato il vhs, allora c’erano ancora le cassette. E ricordo la mia felicità nel rivedermi insieme al mio papà sullo schermo… una euforia incredibile. Vedermi da fuori era la riprova che io esistessi, che la mia immagine rimanesse nel tempo: quindi forse è per quello che sono finita a fare l’attrice”.
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