Ricariche e batterie, l’Italia accelera sulla mobilità elettrica
Il passaggio dai carburanti convenzionali all’elettrico è ormai un traguardo sempre più concreto anche in Italia. La rete delle colonnine di ricarica è in rapida espansione e si moltiplicano le postazioni private in ambito residenziale e aziendale. La sfida, oggi, non è più solo aumentare la capillarità dell’infrastruttura, ma sviluppare le tecnologie di accumulo, elemento chiave per rendere la mobilità elettrica più efficiente e sostenibile. Le batterie di nuova generazione e i sistemi di gestione intelligente dell’energia sono infatti il motore dell’aumento dell’autonomia, della riduzione dei tempi di ricarica e della stabilità della rete.
Negli ultimi anni l’Italia ha recuperato terreno rispetto ai Paesi europei più avanzati, anche grazie alla spinta del Pnrr, e su alcuni fronti è addirittura tra i migliori del continente. È il caso delle stazioni ad alta potenza (High Power Charging), che offrono tempi di ricarica sempre più brevi. Una leadership sorprendente, in parte dovuta al fatto che, partendo in ritardo, il Paese ha potuto installare sin da subito le tecnologie più moderne. Secondo i dati di Motus-E, al 30 giugno 2025 i punti di ricarica pubblici erano 67.561, in crescita di oltre 10.500 punti di ricarica in un anno e di 1.569 nel solo secondo trimestre. In questo scenario, Enel è tra i principali attori impegnati nello sviluppo di una rete capillare e tecnologicamente avanzata. Con oltre 24.000 punti di ricarica installati in Italia, l’azienda contribuisce alla rete nazionale, con una forte crescita anche nelle aree urbane e nel Centro-Sud.
“Grazie all’impegno degli operatori, l’infrastruttura di ricarica italiana continua a espandersi – spiega Fabio Pressi, presidente di Motus-E – La situazione è notevolmente migliorata, consentendo oggi di viaggiare in elettrico sempre più serenamente lungo le principali arterie del Paese. Resta però necessario migliorare la capillarità nel Mezzogiorno e accelerare le gare per installare nuove infrastrutture di ricarica sulle tratte ancora scoperte”. Un ruolo decisivo è arrivato dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), che ha stanziato 741 milioni di euro per lo sviluppo dell’infrastruttura di ricarica, nell’ambito della Missione 2 “Rivoluzione verde e transizione ecologica”. L’obiettivo è installare altre 21.255 colonnine entro il 2026, di cui 7.500 sulle autostrade, 13.000 rapide nei centri urbani e 100 stazioni sperimentali con sistemi di stoccaggio energetico. Queste ultime combinano colonnine e batterie di accumulo, in grado di immagazzinare elettricità nelle ore di minor consumo o di forte produzione da rinnovabili, per poi rilasciarla nei momenti di maggiore domanda. Il vantaggio è duplice: ridurre i picchi di assorbimento e stabilizzare la rete, migliorando l’efficienza e contenendo i costi di gestione.

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