Idrogeno, Italia a passo lento: servono fino a 4 miliardi entro il 2030

Crescono a livello globale i progetti per la produzione e il trasporto di idrogeno, con l’Europa che si conferma l’area più dinamica per numero di iniziative. Il continente concentra oltre il 40% dei progetti mondiali, spinto da una pianificazione industriale strutturata e da politiche comunitarie sempre più orientate alla decarbonizzazione. Tuttavia, mentre Bruxelles apre spazi di ottimismo e nuove opportunità di mercato, l’Italia continua a scontare ostacoli strutturali che rischiano di rallentare lo sviluppo di una filiera nazionale competitiva.

È quanto emerge dai dati presentati il 20 novembre nel corso del convegno finale dell’Osservatorio sul mercato internazionale dell’idrogeno di Agici. Lo studio, dal titolo “Policy e strategie per il presente e il futuro dell’idrogeno: è ora di agire!”, rileva che nel mondo si contano oggi oltre 3.100 progetti di produzione e trasporto di idrogeno, in crescita del 15% rispetto al 2024. Circa 870 iniziative, pari a quasi il 30% del totale, si trovano già in fase avanzata, trainate in particolare dagli investimenti sulle infrastrutture di trasporto. In Europa, gli impieghi principali riguardano i trasporti stradali e l’utilizzo industriale dell’idrogeno come materia prima e, in parte, come sostituto del gas. Nei Paesi nordici stanno invece emergendo nuove applicazioni nei trasporti marittimi e aerei. Il quadro italiano appare però più fragile. Il principale fattore di debolezza è rappresentato dal costo dell’energia elettrica, che incide direttamente sulla competitività della produzione di idrogeno verde.

Dopo il picco di 304 euro per megawattora del 2022, nel biennio 2024-2025 il prezzo medio italiano si è attestato intorno ai 110 euro per MWh, un livello nettamente superiore rispetto a Germania (77 €/MWh), Spagna (71 €/MWh), Francia (54 €/MWh) e Paesi nordici (fino a 44 €/MWh). Questo divario si traduce in un costo di produzione dell’idrogeno significativamente più alto. In Italia, secondo le stime di Agici, l’idrogeno Rfnbo – prodotto tramite elettrolisi dell’acqua usando esclusivamente energia rinnovabile (solare, eolica, idroelettrica) – raggiunge un costo medio di 13 euro al chilo, contro i 5-9 euro al chilo delle aste dell’European Hydrogen Bank. Il confronto con i combustibili fossili rende ancora più evidente il gap: il gasolio si colloca tra i 5 e i 6 euro al chilo, mentre il gas naturale oscilla tra i 2 e i 3 euro al chilo. In questo scenario, la produzione nazionale fatica a essere competitiva senza un sistema strutturato di supporto. Per questo Agici propone l’introduzione di incentivi variabili sui costi operativi, in attesa del decreto tariffe, per garantire una traiettoria di sviluppo coerente.

La Roadmap Italia al 2030 stima che, per raggiungere l’obiettivo di 180 chilotonnellate al 2030 – pari al 70% del target Pniec– saranno necessari fino a 4 miliardi di euro di sostegno Opex nel periodo 2025-2030. Parallelamente, gli investimenti dovranno concentrarsi nelle aree dove la domanda è già presente: raffinerie, poli chimici, porti strategici e progetti Pnrr già avviati. Oggi i consumi nazionali superano le 500 chilotonnellate annue, con una forte concentrazione nel Nord-Ovest, in Sicilia, in Sardegna e in Puglia, a fronte di una capacità produttiva domestica ancora limitata. Per Agici, senza una governance industriale chiara e coordinata, l’idrogeno rischia di restare una promessa incompiuta. “L’idrogeno può rappresentare una direttrice strategica per la decarbonizzazione dei settori hard to abate, ma restano ancora molti nodi da sciogliere”, ha dichiarato Stefano Clerici, consigliere delegato di Agici. “Servono una prospettiva europea, un quadro regolatorio stabile e un coordinamento efficace per rendere operativa la strategia nazionale”. Sulla stessa linea Francesco Elia, responsabile della Hydrogen Unit di Agici: “Un meccanismo incentivante dinamico, legato all’andamento dei costi dei combustibili fossili, è fondamentale per avviare i primi progetti Pnrr e costruire un track record replicabile sul territorio nazionale”.

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