Eurovision, televoto dimezzato: cambiano le regole dopo il caso Israele
Eurovision Song Contest, si cambia: dopo le polemiche della scorsa edizione sul numero anomalo di preferenze arrivate tramite il televoto alla cantante israeliana Yuval Rapahel, gli organizzatori dell’evento hanno deciso la stretta. Da quest’anno si dimezza il numero di sms inviabili da ogni dispositivo e cresce il ruolo della giuria di qualità. Un modo, hanno detto, per “rafforzare fiducia e trasparenza” nel concorso.
Il caso Israele: tra campagne governative e boicottaggio
La decisione è una risposta alle attività di promozione organizzate l’anno scorso da Israele per sostenere l’artista che rappresentava il paese. Attraverso gli account ufficiali del premier e del governo, Tel Aviv aveva condotto una massiccia campagna di sponsorizzazioni, in particolare su Google e YouTube, per spingere il pubblico a votare in massa Yuval. Con tanto di messaggio dal profilo personale di Benjamin Netanyahu.
L’artista israeliana alla fine era arrivata seconda, anche a causa della mobilitazione delle altre giurie nazionali che avevano dirottato i loro voti in massa verso il cantante austriaco JJ. La condotta di Israele aveva comunque suscitato le proteste di molte nazioni che avevano minacciato di ritirarsi dal concorso nel 2026.
Le nuove regole
Tra le novità introdotte dall’Unione Europea di Radiodiffusione (Ebu), l’ente che organizza il concorso, c’è la riduzione da 20 a 10 dei voti che ogni spettatore può esprimere tramite cellulare. Inoltre, nelle semifinali sarà ripristinato il voto delle giurie professionali (composte da esperti musicali).
A queste misure si aggiunge il miglioramento dei sistemi tecnici per la sicurezza. L’obiettivo è riuscire a individuare e bloccare con più facilità eventuali votazioni fraudolente o coordinate dal pubblico verso alcuni candidati, come si sospetta sia avvenuto nel caso di Israele.
Le nuove regole saranno valide per la prossima edizione che si terrà alla Wiener Stadthalle di Vienna tra il 12 e il 16 maggio del 2026.
Non è tutto. Nel suo annuncio l’Ebu fa riferimento anche al codice di condotta del concorso, aggiornato con regole più chiare e stringenti per supportare i partecipanti in gara.
Di cosa si tratta? D’ora in poi saranno bandite le campagne promozionali sproporzionate, in particolare quando intraprese o supportate da terze parti, inclusi governi o agenzie governative. Campagne che gli artisti stessi dovranno scoraggiare, pena la sanzione. Insomma, evitare quanto successo lo scorso anno.
Superare le polemiche e rimettere la musica al centro
L’Ebu spera che, con l’annuncio delle nuove regole e un’assunzione di responsabilità, si metta finalmente un punto alle polemiche. “Abbiamo ascoltato e abbiamo agito”, ha dichiarato Martin Green, direttore dell’Eurovision. “La neutralità e l’integrità del contest – ha detto – sono di fondamentale importanza per noi”. Con il nuovo corso – spiega – la speranza è di garantire che l’Eurovision Song Contest rimanga “una celebrazione della musica e dell’unità, uno spazio che non deve essere strumentalizzato”.
Resta ancora aperta la questione dell’esclusione di Israele dalla gara, legata alla condotta del governo Netanyahu nel conflitto a Gaza, provvedimento chiesto da attivisti pro-Pal ma anche da alcuni artisti, tra cui Nemo, vincitore dell’Eurovision 2024. Il tema verrà affrontato dall’Ebu a dicembre in sede di assemblea generale.
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