Mulino certificato
“Rendere misurabile quello che è da sempre un impegno quotidiano”. Così Piero Gabrieli, direttore marketing di Petra Molino Quaglia, sintetizza la finalità che ha spinto la società a conquistare la certificazione Equiplanet (rilasciata da Valoritalia) per il suo impatto positivo sulla filiera, le persone e il territorio. La certificazione, infatti, esplicita l’impegno aziendale sui temi della sostenibilità, fondato sull’assioma che l’attenzione all’ambiente e all’equità sociale non sono solo un principio etico ma un’importante leva strategica di competitività. Si tratta del primo molino in Italia ad aver raggiunto questo traguardo. Lo standard, sviluppato da Valoritalia e Santa Chiara Next (spin-off dell’Università di Siena), è una nuova frontiera per la sostenibilità nel settore agroalimentare, in linea con gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda Onu 2030.
Petra Molino Quaglia, attiva dal 1913, produce farine naturali di alta qualità, grazie alla combinazione tra tradizione familiare e tecnologie molitorie avanzate. La linea Petra comprende farine macinate a pietra, con cereali e semi germogliati.
Dottore Gabrieli, come nasce l’idea di essere il primo mulino con questa certificazione?

“L’idea nasce dal desiderio di dare forma ufficiale a un modo di lavorare che nella nostra famiglia esiste da tre generazioni. La certificazione Equiplanet non è stata una scelta di immagine: è stata la risposta naturale alla volontà di rendere misurabile ciò che per noi è sempre stato un impegno quotidiano. In un mercato dove la parola sostenibilità rischia di perdere peso, volevamo portare una prova concreta del nostro approccio alla filiera, alle persone e al territorio. Diventare il primo mulino certificato significa assumersi un ruolo di responsabilità: mettere la nostra storia davanti a un ente terzo e chiedergli di valutarla con obiettività”.
Quali sforzi e impegni ha comportato il processo per arrivare alla certificazione?
“Il percorso ci ha costretti a guardarci dentro, a rendere tracciabile e verificabile tutto quello che la famiglia Quaglia ha costruito nel tempo: dalle relazioni con gli agricoltori alla cura dei collaboratori, dalla qualità dei processi produttivi al modo in cui accompagniamo i nostri clienti. Molte pratiche erano già parte del nostro DNA, ma non erano mai state formalizzate in un unico sistema. Portarle tutte alla luce, ordinarle, misurarle e sottoporle a verifica è stato lo sforzo più grande. È stato un lavoro impegnativo, a tratti faticoso, ma ci ha permesso di trasformare in metodo ciò che fino a ieri viveva soprattutto come cultura familiare”.
Quali sono i benefici attesi?
“Ci aspettiamo un beneficio che vada oltre il riconoscimento esterno: avere una certificazione ci dà la certezza che il nostro modello è solido e pronto a sostenere la crescita dei prossimi anni. Sappiamo che questo porterà più fiducia nella filiera, più trasparenza verso i clienti e una maggiore chiarezza per chi lavora con noi. Ma soprattutto ci restituisce la consapevolezza che i valori che abbiamo ereditato dai nostri genitori e dai nostri nonni sono oggi documentati, misurati e messi al servizio di chi sceglie le nostre farine. È un modo per dire che la nostra storia continua, ma con strumenti capaci di parlarne anche alle generazioni future”.
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