Minori, Garante bacchetta Iliad su obbligo di proteggere minori in Rete

ILIAD è il solo operatore ad aver scelto di disubbidire, almeno in parte, all’obbligo di parental control gratuito di Stato: è quanto si legge in una diffida pubblicata nei giorni scorsi da Agcom (Autorità Garante delle Comunicazioni).

L’Autorità dà a Iliad 60 giorni (quindi sino a fine maggio) per adeguarsi, ossia per offrire – come fanno gli altri operatori – strumenti completi per la tutela della navigazione internet dei minori.

Va detto che è anche un momento molto caldo per le regole internazionali a riguardo. L’Europa lavora a un sistema per la verifica dell’età degli utenti, nell’alveo del regolamento Digital services act entrato in vigore da poco; i ministri dell’UE dovrebbero fare una dichiarazione a tal proposito a metà aprile, come riportano fonti di Euractiv.

Così negli Usa

Nel frattempo l’AgCom ha avviato a fine marzo una consultazione per trovare le modalità tecniche adatte alla verifica dell’età. Avanza la normativa anche negli Usa, con il primo Stato – la Florida – a vietare l’uso di social media ai minori di 16 anni (la legge entra in vigore a gennaio 2025).

L’Italia si era mossa imponendo, da novembre 2023, l’obbligo agli operatori di fornire sistemi di parental control gratuiti.

La legge (28/2020) chiede che le schede sim intestate a minori siano dotate di un sistema automatico di controllo parentale per limitare l’accesso a Internet. I genitori possono chiedere gratis di attivare (o disattivare) il filtro su qualunque sim di persone su cui hanno potestà genitoriale o intestata a loro stessi. Gli operatori devono consentire lo stesso anche sulla rete fissa.

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Violenza e gioco d’azzardo

AgCom ha anche stilato un elenco delle principali categorie di siti (porno, violenza, gioco d’azzaro) soggette al controllo parentale, che quindi diventano inaccessibili su sim o utenze dov’è attivo il blocco. Gli operatori hanno attivato questi filtri a monte sulla propria rete.

Con l’eccezione Iliad, appunto: il solo ad avere scelto, invece, di regalare agli utenti interessati un’app (quella di McAfee), che quindi i genitori potranno installare sui dispositivi usati dai figli.

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Un’app commerciale

Con Iliad il filtro insomma non avviene a monte ma tramite app commerciale, che per altro si può ottenere solo andando – genitore e figlio assieme – in un negozio dell’operatore. Nella delibera di diffida AgCom si legge che quasi nessuno l’ha fatto (com’era prevedibile) e in ogni caso l’app non contiene tutti i filtri richiesti dalle regole.

“Iliad, vista la mancata attivazione delle App su quasi tutte le SIM riservate o intestate ai minori, avrebbe potuto porre in essere, quantomeno per assolvere all’onere della attivazione nei confronti dei contratti pre-esistenti, misure efficaci per assolvere agli obblighi di legge”, si legge.

L’Autorità scrive che in ballo non c’è solo la tutela dei minori ma anche l’”assetto concorrenziale”, quindi rispetto agli altri operatori che invece hanno rispettato in toto la normativa.

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“Abbiano collaborato”

“Come si evince dalla diffida stessa, Iliad ha concretamente collaborato sin dall’inizio con l’Autorità per realizzare le misure previste. Per implementare il parental control, iliad ha scelto di affidarsi ad un partner best in class, McAfee, con un investimento in servizi”, fanno sapere dall’operatore.

“Siamo convinti della bontà del nostro operato e del nostro prodotto, stiamo lavorando con l’Autorità per capire come tecnicamente risolvere i casi che, pur potendo attivare il filtro reso disponibile gratuitamente da iliad sin dall’entrata in vigore delle disposizioni su parental control, non lo hanno ancora fatto”.

“Quando si parla di reti, filtri e blocchi, va sempre tenuta in considerazione la complessità tecnica sottostante a queste operazioni e l’esistenza di limiti di architettura informatica. Per iliad l’uso sicuro e consapevole delle telecomunicazioni è una priorità, come dimostra la collaborazione con AGCOM su vari fronti, non ultimo l’impegno antipirateria, e le collaborazioni con Garante Privacy e CNAIPIC della Polizia di Stato”.

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