“Eravamo io, Gorbaciov e Fidel Castro…”. Quando Jorge Amado conobbe Gianni Minà
“Che te ne pare di questa foto per la copertina del libro?”. La foto in bianco e nero sulla tovaglia della tavola apparecchiata mostra tre uomini dall’aspetto forte e deciso, tre presidenti, tre capi di partito dal potere incontestato, tre statisti di questo nostro tempo di perplessità e timori. Tre uomini che fanno la storia, al tempo stesso autori e personaggi. Conosco tutti e tre, e li riconosco, ognuno con le sue caratteristiche peculiari, il suo modo di essere e di agire, le somiglianze e le differenze, l’impeto, l’energia, la capacità di seduzione, l’abitudine al comando, all’avventura smisurata.
Discussi, polemici, esaltati e negati, amati e odiati. Questo accade ai capi di stato: non ottengono mai consensi unanimi, l’uditorio è diviso fra applausi e fischi. Tre capi di stato? Michail Gorbaciov, presidente dell’Unione Sovietica, segretario generale del Partito comunista dell’Urss; Fidel Castro, presidente della Repubblica di Cuba, segretario generale del Partito comunista cubano; ma il terzo, signore Iddio, non è presidente né segretario generale, non ha nulla che possa assomigliare a un potere politico, a una direzione ideologica, al comando di masse popolari, di popoli e nazioni. Il terzo signore forte e deciso ha una faccia da angelo romano e un sorriso irresistibile.
Gianni Minà e trent’anni di dialogo con Fidel
Si tratta di Gianni Minà, giornali sta e uomo di televisione, presenza di indubbio impatto nella stampa e sul video, rispettato e di vasta popolarità, chi non lo conosce in Italia? Si occupa di sport, di cultura e di politica, propone e dirige programmi tv, firma articoli, pubblica libri, promuove dibattiti, ne fa di tutte. Sempre circondato da belle donne che certamente lo ispirano e molto probabilmente vegliano sul riposo del guerriero nei rari momenti di relax dell’infaticabile Minà.Infaticabile guerriero, indubbiamente; io lo conosco bene e l’ho visto in azione ai quattro angoli del mondo, in cerca di temi e motivazioni, riportando eventi, a volte provocandoli.
Gli piacciono i temi polemici, quelli che conducono alla discussione, al dibattito; non lo ispira il desiderio di successo, ma l’amore per cause fondamentali per l’uomo. Piazzato nell’occhio del ciclone, non gli basta assistere allo svolgersi di nuovi capitoli della storia del mondo moderno, cerca di influenzarli, s’intromette, solleva dubbi in cerca della verità: la verità nuda e completa – sarà che qualcuno la detiene ai nostri giorni? È la domanda di Gianni Minà.Non dirò che sia un tipo imparziale, che la sua ricerca si caratterizzi per la neutralità: Minà non è neutrale. Nei conflitti di questa fine di secolo prende partito, e lo fa in modo attivo e combattivo: la favola che costruisce con talento ed esperienza ha una sua morale evidente, Minà lascia le conclusioni alla portata del lettore, anche quando non le enuncia: conclusioni ovvie.Ecco il terzo uomo della foto che, non essendo statista, capo di governo, segretario generale, non per questo è meno battagliero, meno temerario, meno ostinato.
La lanterna che illumina Gianni Minà nella ricerca della verità è una stella, lui se la porta nel cuore.Una volta, saranno circa quattro anni fa, incontrai Minà a L’Avana; il giornalista stava tentando di mettere insieme un’intervista televisiva con Fidel Castro, io gli parlai del grande successo riportato dal programma realizzato da Roberto d’Avila per la Tv Manchete di Rio de Janeiro: Roberto aveva finito per essere eletto deputato federale per il partito di Brizola. È mia opinione che l’intervista con Fidel Castro abbia procurato al giornalista brasiliano qualche migliaio di voti supplementari oltre al gran numero di consensi già ottenuti grazie alla sua popolarità in tutto il paese, procuratagli dall’alto livello dei suoi programmi televisivi.«Prepara un programma sensazionale con Fidel Castro e poi presenta la tua candidatura alla Camera italiana: elezione garantita».
Minà fece di più, non si contentò solo di un programma televisivo (che ebbe un successo considerevole), ma pubblicò anche un libro di conversazioni col leader cubano, un bestseller sia in edizione italiana sia nelle traduzioni. Non ha tuttavia presentato la sua candidatura deputato; ha continuato, sul video o sui giornali, a osservare quel che succede nel mondo, dai campi di calcio alle arene politiche internazionali, senza dimenticare l’ecologia e gli eventi culturali, con curiosità insaziabile…
Parigi, dicembre 1990
Il libro
Fidel. Un dialogo lungo trent’anni
Gianni Minà
minimum fax
pagg. 552, euro 20
L’iniziativa
A un anno dalla scomparsa, la Casa del Cinema (ore 18,30) ricorderà il 27 marzo Gianni Minà con la proiezione a ingresso gratuito di Gianni Minà, a voce alta, una raccolta di materiali inediti, girati in occasione del Forum Social Mundial di Porto Alegre tra il 2003 e il 2005, che ad oggi rappresentano l’unica documentazione estesa dell’evento. L’iniziativa avviene in collaborazione con la Fondazione Gianni Minà ETS che, dopo la proiezione, presenterà la nuova piattaforma dedicata al prezioso archivio del grande giornalista. All’incontro parteciperanno Loredana Macchietti Minà (Presidente della Fondazione), Felice Laudadio (critico cinematografico e produttore), Giuseppe De Marzo (economista e scrittore), Corrado Trione (vice Presidente di Archivissima) e Francesca Emilia Minà (digital editor e visual researcher).
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