Il carattere di Messalina

Le donne di Roma antica hanno cattiva stampa. La loro vita ci è stata tramandata dagli storici (tutti uomini) e il giudizio, soprattutto sulle matrone che hanno vissuto vicino a uomini di potere, è unanimemente negativo. Le mogli degli imperatori sono quasi tutte donne che hanno una sessualità sfrenata, sono assetate di volontà di dominio, del tutto antitetiche al modello ideale femminile codificato dagli antenati.

Questo modello imponeva loro di dedicarsi esclusivamente alla casa, al marito e ai figli, in quanto, essendo donne, erano di condizione inferiore e godevano di minori diritti. Le donne romane, però, con il tempo hanno la possibilità di uscire dagli angusti confini domestici, ma la loro condizione è sempre ambigua e suscettibile del giudizio impietoso degli uomini.

Vera e propria icona di questo giudizio negativo è Valeria Messalina, terza moglie dell’imperatore Claudio, che visse nella prima metà del I sec. d.C. Nella sua sesta Satira Giovenale, poeta vissuto tra la fine del I e l’inizio del II sec. d.C., accusa Messalina di essere una prostituta, anzi la definisce proprio meretrix Augusta, prostituta imperiale. Scrive che la donna, quando il marito Claudio si era addormentato, abbandonava il letto coniugale, si travestiva con una parrucca bionda e andava a prostituirsi in un bordello da quattro soldi, in preda a una smania insaziabile.

Penso che uno storico moderno abbia il dovere di chiedersi in che modo Giovenale, e altri storici di maggiore calibro, come Tacito, Svetonio e Cassio Dione, abbiano potuto elaborare questa leggenda nera su Messalina. Oltre a essere una ninfomane incallita, Messalina era anche, nella loro narrazione, crudele e letale, avida di beni e di uomini, disposta a tutto pur di procurarsi gli uni e gli altri. Leggendo Tacito, veniamo a sapere che Messalina si era innamorata dell’“uomo più bello di Roma” e che, addirittura i due si erano sposati, incuranti della bigamia di lei. Se, però, leggiamo tra le righe, capiamo qualche cosa di più: Caio Silio è un patrizio aristocratico che ordisce una congiura che mira a spodestare Claudio e a sostituirsi a lui al governo dell’impero. Il matrimonio con la moglie dell’imperatore gli può servire come fonte di legittimazione della sua presa di potere. L’intenzione di Silio, fiero oppositore dell’imperatore Claudio, è chiara. Rimane da capire perché Messalina abbia aderito alla sua congiura che verrà repressa nel sangue da Claudio, con la morte di Silio e di Messalina, oltre a numerosi altri congiurati.Messalina era mossa soltanto da un’incontenibile lussuria?

Così ci dicono le fonti classiche che, al solito, ritengono che le donne possano agire spinte dalla loro libidine incontrollabile. In realtà, in questo caso, come in molti altri, queste fonti negano l’intelligenza politica delle donne, in quanto, secondo il modello ideale sopra ricordato, mai e poi mai si devono occupare di politica.Le cose, però, con l’avvento del principato sono cambiate, soprattutto per le donne che appartengono alla famiglia dell’imperatore. Se durante l’età repubblicana, i comandanti militari e i magistrati erano eletti, con l’inizio del principato il successore dell’imperatore è, idealmente, il figlio partorito dalla moglie legittima dell’imperatore stesso.

La sessualità dell’Augusta diventa quindi fondamentale per la stabilità dell’impero.Che cosa ha spinto, allora, Messalina, poco più che ventenne, a schierarsi dalla parte di Silio? Possiamo solo fare delle ipotesi. Messalina teme la sempre più ingombrante presenza a corte della nipote di Claudio, Agrippina Minore, figlia del glorioso Germanico, eroe morto in circostanze misteriose, sempre amato dai soldati e dal popolo.

Tacito è molto chiaro a questo proposito: il giovane più amato non è Britannico, il figlio di Claudio e di Messalina, ma il figlio di Agrippina Minore, Domizio Enobarbo, nelle cui vene, per altro, scorre il carismatico sangue del dio Augusto per il tramite materno. È quindi possibile che Messalina abbia avuto motivo di dubitare della successione del figlio Britannico e che abbia scelto di schierarsi con Silio che, invece, l’avrebbe rassicurata in tal senso.

Dopo la morte di Messalina, Claudio sposa infatti la nipote, ne adotta il figlio che diventerà l’imperatore Nerone.Chi ha confezionato la leggenda nera di Messalina, negando il suo ruolo politico, ma descrivendola come una prostituta? Senz’altro già con Claudio la censura di regime oblitera la valenza politica dell’avvenimento, declassandolo a banale adulterio. È possibile che Nerone perfezioni tale leggenda nera: non dobbiamo dimenticare che questo imperatore è il mandante dell’assassinio dei due figli di Messalina e di Claudio, Ottavia e Britannico e può avere avuto buon gioco nel tramandare ai posteri la rappresentazione della loro madre come ninfomane. Ancora una volta la storia, ieri come oggi, non fa sconti alle donne: sono rappresentate come corpi e non come soggetti pensanti.

Il libro

Messalina. Leggenda e storia di una donna pericolosa di Francesca Cenerini

in libreria dal 4 ottobre

L’incontro

Giovedì 19 settembre alle 17.00

Piazza di Pietra

Francesca Cenerini

“Messalina, Meretrix Augusta”

Il festival

Roma Storia Festival 2024 – Il carattere dei romani

Personalità e simboli della storia di Roma

(19 – 22 settembre)

Camera di Commercio di Roma, Piazza di Pietra

L’evento è promosso e organizzato dalla Camera di Commercio di Roma, ideato e progettato dagli Editori Laterza con il patrocinio della Commissione europea e di Roma Capitale Assessorato alla Cultura.

Il programma è disponibile sul sito www.romastoriafestival.it

Gli eventi sono ad ingresso libero fino ad esaurimento posti. Per un ingresso prioritario, è possibile registrarsi sul sito e presentarsi nei luoghi del Festival con un anticipo di almeno 15 minuti.

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