Il populismo secondo Scurati, da oggi con Repubblica
C’è un alfabeto populista che affonda le sue radici nel linguaggio di Mussolini. Per capire quanti aspetti oggi ricordino la retorica autoritaria fascista, leggete il libro di Antonio Scurati, Fascismo e populismo. Mussolini oggi, che Repubblica propone ai suoi lettori (in edicola da oggi, a 9,90 euro più il prezzo del quotidiano).
Scurati è consapevole del rischio che corre parlando del ritorno del fascismo come esito della crisi delle democrazie liberali, ma non fa questo: fornisce i mezzi intellettuali per capire le tecniche con cui si è costruita nel Ventennio la neolingua del Duce, a cui devono molto i sovranisti di ogni risma. Mussolini aveva fondato un quotidiano, il Popolo d’Italia e lavorato come redattore all’Avanti!. Maneggiava bene il linguaggio giornalistico rendendolo efficace, diretto, roboante, aggressivo: frasi brevi, paratassi, nessun intellettualismo. Quel “parlare alla pancia” che oggi imputiamo ai populisti diventerà un esempio per altri dittatori e autocrati nel mondo. Mussolini un modello, perfino di Hitler.
Scurati, che oltre ad essere docente all’università IULM e editorialista di Repubblica è uno scrittore, vincitore tra l’altro del Premio Strega nel 2019, riesce in un’operazione intellettuale che va oltre la riflessione storica: studia la psicologia di massa del Ventennio e svela le sue affinità con una tipologia umana che ancora esiste. Forse se noi italiani non abbiamo ancora fatto i conti del tutto con il passato fascista è anche per questa inclinazione a riprodurne alcuni tic. Il saggio si inserisce naturalmente nell’indagine di Scurati sulla figura del duce alla quale ha dedicato l’opera M (è uscito di recente il quinto e ultimo volume, M. la fine e il principio).
Scurati è scrittore civile da anni impegnato a difendere la qualità della vita democratica sempre più presa d’assalto da populisti e sovranisti. La lettura di questo saggio è dunque essenziale per riconoscere i “tratti suadenti del populista”. La seduzione, come spiega l’autore, è un marchio di fabbrica del leader carismatico. Lo slogan di Mussolini «Io sono il popolo» è la prima regola da imparare: per sedurre le masse meglio armarsi di questo efficace personalismo linguistico con il quale si cerca di imitare la lingua di tutti. Era già tutto previsto? Certo inizia in quel momento l’attacco ai partiti tradizionali, ricorda Scurati. I parlamentari diventano le “mummie di Montecitorio” e Gabriele D’Annunzio comincia a parlare di “casta”, parola che risuona fino a noi. L’altro stratagemma, la terza regola del leader populista, è guidare le masse “non precedendole ma seguendole”, cioè dare l’impressione che si è un passo indietro. Meglio essere vuoti, allora, un guscio da riempire all’occorrenza. Fare paura è l’altra arma segreta: puntare a creare nemici, fomentare l’odio per lo straniero. Vecchia tattica, ricorda qualcosa? La parola d’ordine è “semplificare”, dire che le cose sono semplici, riducibili a pochi elementi: individuare un nemico aiuta a sfrondare la complessità del reale.
Infine c’è il corpo: «Già negli anni Venti del Novecento il duce fu il primo a mettere il corpo al centro della scena politica», scrive Scurati. Un processo che portò anche all’uso della violenza, per fortuna oggi non più parte integrante dei populismi. Scurati è un ragazzo del Novecento, classe 1969, nato nell’Europa occidentale credendo come tanti della sua generazione che «la democrazia fosse quasi una condizione naturale». È successo molto, troppo nel nuovo millennio, perché questa fiducia sia ancora intatta. La risposta dello scrittore è un’esortazione ad uscire dall’angolo: «Dobbiamo riprendere la lotta». Che significa? Innaffiare la democrazia, non darla per scontata.
Il libro
“Fascismo e populismo. Mussolini oggi”, di Antonio Scurati è da oggi in edicola, per tutto il mese, con Repubblica a 9,90 euro oltre il prezzo del quotidiano.
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