In un libro l’incredibile storia di Frank Lentini, l’uomo con tre gambe che conquistò l’America

Quando nacque a Rosolini, un paesone agricolo al confine tra le province di Siracusa e Ragusa, l’ostetrica – all’epoca il parto si faceva rigorosamente in casa – urlava molto di più della puerpera. Che pure, per mettere al mondo quel bambino, il quinto di casa, aveva sicuramente sofferto le pene dell’inferno. Era il 18 maggio del 1889 e quando spiegarono a Natale Lentini e Giovanna Falco che il loro piccolo era “un po’ strano”, il primo pensiero fu macabro: “Bisogna trovare il modo per sbarazzarsene al più presto”.

Perché Francesco, così avevano deciso di chiamare il bambino, “strano” lo era per davvero: tre gambe, due apparati genitali, quattro piedi (il quarto, incompleto, fuoriusciva dal polpaccio della terza gamba) con ben sedici dita. Insomma, un mostro, così come venne immediatamente ribattezzato dai paesani che, nemmeno un’ora dopo che era venuto al mondo, sapevano ovviamente già tutto. Poi, certo, davanti a estranei lo definivano ‘u maravigghiusu, più per paura e superstizione che per solidarietà nei confronti della famiglia. Per gli altri bambini, invece, fu sempre Ciccinieddu tri pieri, e mischini vennero chiamati i poveri genitori che dall’oggi al domani si erano ritrovati in casa una specie di polpo per ragioni che nessuno riusciva a capire.

Natale e Giovanna, alla fine, rinunciarono ai propositi omicidi, si chiusero nel silenzio ma non smisero di fare figli, visto che si fermarono solo al dodicesimo, dopo sette femmine e cinque maschi, come Francesco “Frank” Lentini raccontò anni dopo in una autobiografia. Già, perché il bambino scansato come la peste a Rosolini, tenuto a distanza come frutto del diavolo – i sacerdoti di fine Ottocento non brillavano certo di comprensione umana – trovò la sua clamorosa rivincita negli Stati Uniti dove diventò una stella del circo con migliaia e migliaia di spettatori pronti a pagare pur di vedere l’unico uomo a tre gambe (e due peni) che la storia ricordi.

Adesso Alberto Giuffrè pubblica per minimum fax un bel libro in cui ripercorre la Storia incredibile dell’uomo con tre gambe, partendo dal giorno in cui Frank morì di infarto per raccontare un lungo viaggio cominciato nella Sicilia più povera e arretrata. Una storia di immigrazione e di riscatto ma anche di diversità. Sullo sfondo, tra le grandi città e l’immensa provincia, scorre mezzo secolo di storia americana. Una biografia, certo, ma soprattutto un romanzo e un inno di affascinante leggerezza alle vite storte e laterali che, proprio perché perennemente sospinte verso i margini, hanno il potere di donarci una prospettiva inedita sul mondo.

Si disse che Francesco si portasse addosso una parte di un fratello gemello morto durante la gestazione. E del quale nessuno si era reso conto dell’esistenza durante la gravidanza. Una gamba, appunto, e pure qualcos’altro. I suoi genitori consultarono medici, luminari, andarono fino a Malta dove pare ci fosse un esperto di cose del genere. Non ci fu nulla da fare. I dottori spiegarono che un’eventuale operazione, per rimettere le cose a posto, sarebbe stata rischiosissima e quindi non se ne fece più nulla.

Francesco passò la sua infanzia con una zia, forse anche in un collegio che sembrava più un orfanotrofio. Poi, all’età di nove anni, la svolta. Il padre contadino, con dodici figli da sfamare, fece la scelta di tanti: si imbarcò nel porto di Liverpool sulla nave Pavonia con destinazione Boston, Stati Uniti. In tasca aveva sì e no una trentina di dollari, qualcuno disse che la fama del piccolo Frank era arrivata persino dall’altra parte dell’Oceano e un impresario volesse scritturarlo per portarlo in giro come “fenomeno da baraccone”. Un anno dopo Francesco, ribattezzato Francis, Francisco, Frank a seconda del posto dove andava, divenne l’attrazione più richiesta del circo Ringling Bros, il mostro era diventato una celebrità e a Rosolini cominciarono ad arrivare quei soldi che servivano a donna Giovanna per mantenere la sua famiglia così numerosa.

Non fu semplice e Lentini, più avanti negli anni, la raccontò così: “Sono venuto in America perché avevo sentito dire che le strade erano lastricate d’oro. Quando sono arrivato, ho scoperto tre cose: primo, le strade non erano lastricate d’oro; secondo, non erano neanche lastricate; e terzo, dovevo lastricarle io”. Giovanissimo sposa la bellissima attrice Teresa Murray da cui avrebbe avuto quattro figli: Josephine, Natale, Frank, James. Nel frattempo è già diventato The Great Lentini, la più grande meraviglia della medicina al mondo. Gioca a calcio, nei manifesti è disegnato mentre palleggia con la terza gamba, fa tournée in tutto il mondo. La prende sempre con ironia: “Sono l’unico uomo al mondo che per sedersi non ha bisogno di una sedia” e rideva. E quando andava a comprare le scarpe ne prendeva sempre due paia spiegando alle commesse che una la regalava a un amico che aveva perduto la gamba destra in guerra.

Morì in Florida, dove si esibiva ancora, molto ricco e ammirato. E qualche anno fa, a 50 anni dalla morte, i suoi figli, nipoti e pronipoti sono tornati a Rosolini dove il paese ha dedicato una grande festa per l’illustre concittadino. ‘U maravigghiusu, ma questa volta davvero e senza risatine di scherno.

Il libro

Storia incredibile dell’uomo con tre gambe di Alberto Giuffrè

minimum fa, pagg. 144, euro 16

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