“Scenari globali”, le grandi firme raccontano Usa, Russia e Cina: tre libri in omaggio dal 28 al 30 aprile
Tre volumi per orientarsi in un mondo sempre più complesso, interpretando e svelando le mosse delle superpotenze. A far da guida le grandi firme di Repubblica: Ezio Mauro, Maurizio Molinari e Lucio Caracciolo, in dialogo con Annalisa Cuzzocrea. È la collana “Scenari globali”, in omaggio con Repubblica dal 28 al 30 aprile. Una fotografia dei cambiamenti e dei nuovi equilibri dettati da Stati Uniti, Russia e Cina.
A entrare nella Casa Bianca sarà Molinari. Nel libro “L’America di Trump”, in uscita il 28, il “presidente venuto dal mattone” viene raccontato nella sua essenza più intima. “Un imprenditore immobiliare cresciuto violando ogni sorta di regola e convinto di poter siglare qualsiasi accordo, con chiunque”, spiega Molinari, a lungo corrispondente dagli Stati Uniti. Del tycoon emerge il profilo di un politico caratterizzato dalla faccia feroce. Ma si vedono in modo nitido anche le crepe che si sono evidenziate nei rapporti intricatissimi con il resto del mondo, acuiti dalla guerra commerciale e dall’imposizione dei dazi.
Stati Uniti che guardano sempre più verso Mosca. E allora il 29 aprile sarà la volta della “Russia di Putin”, libro nel quale Cuzzocrea dialoga con Ezio Mauro. È il sogno della grande Russia di Stalin a guidare l’azione di Vladimir Putin, scrive Mauro che nella sua carriera è stato anche corrispondente da Mosca. Uno Zar che con l’invasione dell’Ucraina ha “stracciato il velo”, dichiarando guerra non solo ai vicini ma anche ai valori delle democrazie liberali.
Il 30 aprile uscirà invece l’ultimo libro, “La Cina di Xi Jinping”: Lucio Caracciolo, direttore di Limes e studioso di Pechino e degli equilibri geopolitici che governa, racconta la resistenza del Dragone che tiene testa alle pressioni commerciali di Trump. Grazie anche a un’economia rinnovata, tra alta tecnologia, energie rinnovabili, giovani che vogliono restare in patria invece che emigrare. Insieme, danno la forza propulsiva nel braccio di ferro con Washington. “Ma non si può parlare di Pechino senza anche parlare di Mosca, Teheran, Kiev, dell’Africa e dell’Artico – si scrive nel volume – In una parola: del mondo”.
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