A lezione di “Chromotherapia” con Cattellan e Stourdzé

Dal 28 febbraio una mostra ripercorre l’evoluzione della fotografia a colori attraverso le opere di 19 autori che hanno contribuito a trasformare la percezione dell’immagine. ‘Chromotherapia. La fotografia a colori che rende felici’ testimonia come la fotografia si sia emancipata dal documentarismo delle immagini in bianco e nero per esplorare nuovi e affascinanti territori espressivi. Curato da Maurizio Cattelan e Sam Stourdzé, il percorso espositivo mette in scena le sperimentazioni cromatiche di autori come Martin Parr, Pierre e Gilles, Toiletpaper che, analizzando le radici comuni tra immagine e immaginario, si sono avvicinati al mondo del surrealismo.

Considerata meno pregiata dell’immagine in scala di grigi, la foto a colori è stata messa spesso in secondo piano nonostante abbia permesso agli appassionati di esplorare la società con la saturazione tipica dell’immaginario pop, bling e kitsch. La scoperta del colore in fotografia segue l’invenzione del mezzo con i primi esperimenti a scopo scientifico. Nel 1907 viene messo a punto il primo procedimento fotografico industriale a colori grazie all’autochrome creato da Lumière e figli. Inizia così un secolo di sperimentazione dove il colore diventa un elemento centrale della narrazione. Dalla natura morta al ritratto i generi vengono ora reinventati attraverso una visione iperreale della realtà.

Articolata in sette sezioni l’iniziativa offre una visione intensamente cromatica della quotidianità grazie ad un alternarsi di giallo solare, azzurro brillante, rosso intenso e arancione vivace. Fra gli autori presenti in mostra segnaliamo William Wegman che trasforma i suoi cani in icone pop. Le convenzioni visive del cinema e della pubblicità vengono stravolte a sua volta da Juno Calypso che denuncia le imposizioni che affliggono la femminilità. Walter Chandoha, soprannominato ‘The cat photographer’, dona invece sembianze umane ai gatti, mentre la poesia prende il posto del dramma nelle immagini degli incidenti stradali scattate dal poliziotto Arnold Odermatt.

La volontà di mostrare la società con toni surreali è ben presente nei ritratti di Ouka Leele che colgono la liberazione dei corpi nel contesto della rivoluzione culturale della ‘movida’ madrilena. Non manca Martin Parr, testimone dei paradossi dei tempi moderni che volge il suo sguardo su vassoi di patatine fritte, denunciando ironicamente la bulimia del mondo contemporaneo. Universi aciduli prendono forma dalle immagini del magazine Toiletpaper ideato da Maurizio Cattelan e dal fotografo Pierpaolo Ferrari all’inizio del terzo millennio. Organizzata dall’Accademia di Francia a Roma, la mostra è corredata di un volume con testi di Maurizio Cattelan e Sam Stourdzé pubblicato da Damiani Books e Villa Medici.

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