A&F; Live 2025, l’Europa al bivio tra Cina e Stati Uniti nell’era di Trump. Il nuovo evento a Milano
MILANO – Chi si aspettava un rientro in punta di piedi è stato rapidamente deluso: il ritorno di Donald Trump sulla scena politica mondiale già a poche settimane dal suo insediamento si è mostrato più che fragoroso. Minacce di guerre commerciali a suon di dazi, sforbiciata indiscriminata alla spesa pubblica interna sotto il capello di presunti tagli agli sprechi e soprattutto una sterzata clamorosa sul fronte delle relazioni internazionali: il flirt con la Russia di Putin e il possibile parziale disimpegno sulla difesa militare dell’Europa, chiamata ad aumentare sensibilmente il proprio contributo economico nella spesa per armamenti.
Dopo lo scontro con i vicini Messico e Canada e il voltafaccia all’Ucraina, l’Europa si prepara ad essere la prima e prossima vittima di Trump. Mario Draghi nel suo discorso all’Europarlamento ha usato parole insolitamente franche e dirette per lo standard delle istituzioni europee: “Se le recenti dichiarazioni delineano il nostro futuro, possiamo aspettarci di essere lasciati in gran parte soli a garantire la sicurezza in Ucraina e nella stessa Europa”. Qualcosa di impensabile fino a poco tempo fa.
Il nuovo evento
Il mondo cambia in fretta, si ridefiniscono ruoli ed equilibri e i continente europeo è chiamato a decidere in fretta come collocarsi in questo nuovo scenario. E questo nuovo mondo sarà al centro del nuovo appuntamento A&F live in programma il 18 marzo all’Università Bocconi dal titolo “L’Europa a un bivio, tra Cina e Stati Uniti nell’era di Trump”.
Ricchissimo il parterre di ospiti, con i grandi protagonisti dell’Economia e della Finanza e il ministro degli Esteri Antonio Tajani in rappresentanza del governo. Una giornata aperta dell’intervento del premio Nobel per l’economia Jospeh Stiglitz. “Chiedo scusa per il dolore che stiamo infliggendo al mondo”, ha detto nei giorni scorsi a proposito dei dazi che l’amministrazione americana si prepara a introdurre.
Le sfide per l’Europa
E sicuramente l’alzata delle nuove barriere commerciali mette davanti l’Europa a una nuova sfida, che si aggiunge a quelle già delicate che si trova ad affrontare. Dalla crisi del settore automotive, schiacciato dalla concorrenza low cost dei rivali cinesi, al nervo scoperto dell’energia, con molti Paesi ancora vulnerabili dopo la rinuncia al gas russo e la ricerca di forniture alternative, fino alle grandi sfide tecnologiche su cui il continente resta cronicamente indietro. Prima fra tutte l’intelligenza artificiale, con la Commissione che si è impegnata rapidamente sul fronte regolatorio senza che però l’industria europea sia stata ancora in grado di produrre campioni in grado di competere con OpenAI, Google o Meta.
Si torna alle parole di Draghi: “Dobbiamo agire come un unico stato”, ha messo in guardia tornando a invocare la necesità di un debito comune, della creazione di un mercato unico dei capitali. Un passo fondamentale per spingere anche la creazione di campioni europae – nell’economia e nella finanza, banche in primis – in grado di competere con Stati Uniti e Cina. La strada sembra tracciata: diventare grandi per non rischiare di restare schiacciati tra i giganti al nostro fianco. In passato solo una possibile opzione per il continente, oggi sentiero obbligato per la sua sopravvivenza.
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