Barcellona, in piazza per il maestro che resiste allo sfratto nel palazzo che sarà casa-vacanza

Barcellona, lo sfratto di un maestro elementare dall’appartamento di un edificio Art Nouveau, recentemente acquistato da un fondo di investimenti sta diventando il simbolo della lotta dei residenti contro la gentrificazione da overtourism che – non solo nella capitale catalana – sta spopolando molte grandi città nonché alcune mete top del turismo mondiale della propria popolazione residente, incapace di sostenere la levitazione dei prezzi di acquisto e affitto degli immobili.

A due passi dalla Rambla

Questa mattina, centinaia di persone si sono radunate sotto la Casa Orsola, che si trova nel centro cittadino, a meno di due chilometri dalla Piazza di Catalogna e dalla Rambla, per impedire lo sfratto di uno degli inquilini di un edificio sinora abitato dalla classe media. L’iniziativa ha per ora ottenuto l’effetto di rimviare di poco meno di una settimana quello che sembra inevitabile.

Il protagonista si chiama Josep Torrent, ha 49 anni e da 22 vive in affitto nella Casa Orsola. Lui e i suoi vicini sono diventati ospiti scomodi da quando nel 2021 Lioness Investment – che la stampa locale definisce fondo d’investimento, ma che in una nota inviata alle agenzie di stampa ha voluto precisare di essere una s.a.s – ha acquistato l’edificio con il proposito di ristrutturarlo con un target di occupazione per affitti brevi.

L’affitto pagato per rimanere

Vistosi non rinnovare il contratto, l’insegnante ha deciso di rimanere nell’alloggio, continuando a pagare l’affitto nei termini previsti sino a quel momento (700 euro al mese) e ha provato a contrattare un rinnovo del contratto a un prezzo superiore ma sostenibile. Strategia che non ha prodotto gli effetti desiderati.

Torrent denuncia che anche altri inquilini rischiano la sua stessa sorte e, dopo esser stato il primo a ricevere la notifica del mandato di sfratto, fissato per oggi, ha fatto sapere di non essere disposto a obbedire e di voler resistere “pacificamente” in casa.

Il caso è preso a esempio dai collettivi sociali che denunciano come la speculazione immobiliare stia “espellendo” classi medie e popolari da molti quartieri. Proprio per questo, in solidarietà con Torrent, centinaia di persone tra attivisti, vicini di casa, abitanti di altre zone di Barcellona e alcuni esponenti politici, si sono radunati da ieri sera sotto “Casa Orsola” per cercare di convincere la comitiva giudiziaria in arrivo per far eseguire lo sfratto a disporre il rinvio.

La protesta e il rinvio

Questa mattina, davanti davanti a media e tv locali, e viste le centinaia di persone che si erano mobilitate per tentare di impedire il provvedimento, lo sfratto è stato rinviato. La squadra giudiziaria incaricata di far eseguire lo sfratto, una volta giunta sul posto, ha constatato che non c’erano le condizioni per portarlo a compimento in condizioni di sicurezza. Secondo i media locali, un nuovo tentativo verrà eseguito martedì 4 febbraio.

Il gesto di protesta ha raccolto il sostegno di molti cittadini comuni, attivisti ed alcuni esponenti politici. I collettivi che appoggiano Torrent hanno già fatto sapere di essere pronti a nuovi atti di protesta al suo fianco. La crisi abitativa delle metropoli e dei grandi centri turistici è uno dei gravi problemi che affliggono il già fragile governo socialista di Pedro Sanchez.

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