Benessere aziendale, 7 dipendenti su 10 non sacrificherebbero la propria salute per un aumento

Il mondo del lavoro è in continuo cambiamento, e uno degli aspetti che negli ultimi anni sta assumendo sempre più importanza è quello del benessere sul posto di lavoro. Un pacchetto benefit soddisfacente è ormai diventato un elemento cruciale sia per attrarre nuovi dipendenti sia per trattenere quelli già presenti in azienda, al punto che, secondo un sondaggio globale di Cfo.com, il 70% dei dipendenti preferirebbe un solido supporto per la salute mentale rispetto a uno stipendio più alto. Sotto questo aspetto, il medesimo sondaggio sottolinea come le preoccupazioni sulle risorse relative alla salute mentale siano molto alte: il 62% degli intervistati non ha mai utilizzato i benefit offerti dal datore di lavoro, e il 40% ha dichiarato addirittura di non averne mai ricevuto alcuno.

E l’Italia come si pone in questo scenario? A questa domanda prova a rispondere il Richmond welfare & wellbeing forum, in programma a Gubbio tra il 25 e il 27 giugno 2025. L’evento, che vedrà la partecipazione anche di Bebe Vio, è pensato per professionisti delle risorse umane e figure impegnate in ambito welfare, salute ed inclusione. “Non esiste un mondo davvero sostenibile senza la cura dell’individuo”, spiega l’amministratore unico di Richmond Italia, Claudio Honegger. “Non può esserci crescita economica se non mettiamo al centro il desiderio, sempre più diffuso, di un corretto worklife balance. Oggi vediamo un terreno comune che unisce molte realtà, anche tra le piccole e medie imprese: la volontà di costruire ambienti di lavoro più sani, inclusivi e attrattivi. Il filo rosso che lega queste esperienze si chiama benessere. Da questa consapevolezza nasce il primo forum dedicato al welfare aziendale: non un evento vetrina, ma uno spazio concreto di confronto, dove condividere pratiche, apprendere dalle esperienze altrui e trovare insieme nuove direzioni. Perché non può esserci crescita economica senza cura dell’individuo. E oggi più che mai, investire nel welfare significa investire nel valore più importante: le persone”.

Della situazione italiana si è occupato anche l’ultimo rapporto Eudaimon Censis, intitolato “Lavoro, aziende e benessere dei lavoratori: un’epoca nuova”. Dall’analisi emerge come più dell’80% degli italiani intervistati chieda un maggiore impegno per la tutela del benessere psicofisico. Sempre lo stesso rapporto rileva che il desiderio di vedere un’introduzione, o un miglioramento, del welfare aziendale nella propria realtà professionale è comune a quasi l’86% degli intervenuti. La salute fisica è fondamentale per quasi l’80% dei dipendenti, mentre quella mentale preoccupa il 70% di essi. Da notare come il 42% dei lavoratori italiani intervistati senta la necessità di una figura professionale specifica, quella del “welfare coach”, un consulente esperto che possa aiutare nella scelta dei servizi aziendali.

“Le dinamiche del lavoro stanno cambiando rapidamente: se da un lato le aziende sono chiamate e trattenere e motivare i talenti in un mercato sempre più competitivo, dall’altro i lavoratori cercano ambienti che valorizzino il benessere, la flessibilità e l’equilibrio tra vita privata e professionale”, continua Claudio Honegger. “Di conseguenza il benefit aziendale non è più un accessorio, ma uno strumento strategico per creare valore condiviso, rafforzare la cultura organizzativa e costruire relazioni di fiducia”.

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