Come superare l’incertezza
Da una parte le crescenti incognite a livello macro, dall’altro i mercati che rinnovano i massimi storici. È lo scenario con il quale si trovano a fare i conti i risparmiatori italiani. L’estate si è aperta con un contesto tutt’altro che rassicurante, come evidenziato dal meeting dei banchieri centrali che si è svolto a Sintra (Portogallo) a inizio luglio. I responsabili delle politiche monetarie hanno posto l’accento sulla debolezza della crescita globale, sull’impatto che le tensioni geopolitiche hanno sulle decisioni d’investimento e hanno evidenziato i rischi creati dalla politica commerciale degli Stati Uniti. Con i dazi che, anche quando solo sventolati come minaccia e non applicati, rischiano di frenare le scelte d’investimento. A complicare il quadro si aggiungono gli effetti sempre più impattanti della crisi climatica: l’alternarsi di alluvioni e siccità sta creando danni economici diffusi e imprevedibili, incidendo sulla produzione agricola e sull’energia. Eppure, anche il primo semestre di quest’anno – in scia a quanto accaduto lo scorso anno e non solo – è andato in archivio con i mercati finanziari tonici, seppur a fronte di un’elevata volatilità.
In questo contesto, l’approccio degli investitori italiani sta cambiando. Aumenta il bisogno di strumenti che non si limitino a proteggere il capitale, ma siano in grado di cogliere le opportunità offerte da un mercato in rapida trasformazione. Aumenta l’interesse verso le soluzioni trasparenti, efficienti nei costi e accompagnate da una consulenza qualificata. In Italia sta dunque emergendo un nuovo profilo di risparmiatore: più attento, informato, talvolta alla prima esperienza di investimento diretto nel mercato azionario. “Registriamo un interesse crescente verso il mondo degli investimenti e – al contempo – verso la consulenza professionale”, racconta Fabio Melisso, amministratore delegato di Fineco Asset Management, società di gestione controllata da Fineco. Questo comporta una maggiore attenzione ai costi e alla qualità degli strumenti disponibili. “Da parte nostra, lavoriamo per offrire soluzioni che siano davvero accessibili, anche per chi si avvicina per la prima volta alle azioni”, aggiunge. “I consulenti forniscono feedback molto utili per capire cosa serve davvero ai clienti, e i prodotti che sviluppiamo nascono da questa interazione continua. È un circolo virtuoso che ci permette di rispondere alle esigenze che emergono da una platea in continua evoluzione”.
Fineco AM gestisce attualmente masse per circa 38 miliardi di euro. Il suo punto di forza, rivendica Melisso, è la capacità di coniugare l’innovazione tecnologica e il confronto con le persone. “Anche in un periodo di grandi tensioni geopolitiche e volatilità dei mercati, non seguiamo un approccio top-down, nel senso che non imponiamo una nostra idea di investimento senza riscontrarne la reale necessità per il cliente finale: a un modello commerciale ne preferiamo uno basato sulle esigenze che ci arrivano direttamente dai risparmiatori”. Una filosofia che si traduce in un confronto continuo con la rete: “Insieme analizziamo cosa funziona, raccogliamo feedback sui clienti e decidiamo quali strategie integrare. Questo processo ci permette di affinare costantemente l’offerta”.
In linea con l’evoluzione della domanda, la società di gestione sta affiancando ai tradizionali fondi attivi una gamma sempre più ricca di soluzioni passive, e in particolare diverse tipologie di Etf. “Non crediamo alla contrapposizione tra attivo e passivo”, risponde in proposito Melisso. “Si tratta di strumenti che possono coesistere all’interno di portafogli costruiti in modo efficiente, in base agli obiettivi reali del cliente. L’importante è che offrano trasparenza, controllo del rischio e un giusto rapporto tra costi e benefici”. Per altro, anche all’interno dei cloni finanziari si assiste a continue innovazioni. A maggio, Fineco AM è stato il primo asset manager di un gruppo italiano a lanciare un Etf attivo, una soluzione a metà strada tra il classico clone finanziario e un fondo comune. Lo strumento ha come sottostante l’S&P 500, il più importante indice azionario al mondo che rappresenta i principali 500 titoli di Wall Street, e ha l’obiettivo di ridurre la volatilità mantenendo un’esposizione ai grandi nomi del mercato americano.
A giugno sono arrivati altri tre Etf attivi, con esposizione rispettivamente alle azioni globali, statunitensi ed europee. “Crediamo che gli Etf attivi possano diventare uno strumento chiave per costruire portafogli efficienti anche per il cliente retail, grazie alla loro flessibilità e ai costi contenuti”, spiega il manager. “Dal nostro punto di vista, in futuro questi strumenti potrebbero essere in grado di sostituire molti fondi di investimento e favorire l’ampliamento della platea che si rivolge al risparmio gestito”.
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