Consumi, è allarme stagnazione dopo un dicembre sotto le aspettative

Niente effetto traino da parte dello shopping natalizio: dicembre è stato un mese stagnante fronte consumi. Dopo la fiammata dei mesi di settembre e ottobre (+4% nel bimestre) e il Black Friday, i consumi di dicembre tornano piatti al +1,2% a valore e si riallineano al trend debole dell’anno che ha chiuso a +0,6%, in linea con il Pil. A raccontare la situazione è l’Osservatorio permanente sui consumi Confimprese-Jakala, che motiva la situazione spiegando come il Black Friday abbia contribuito a centrare il suo obiettivo originale, cioè spingere i consumatori ad anticipare la spesa dei regali di Natale. Ma soprattutto c’è stata un’enorme attenzione al portafoglio, alla ricerca di sconti e convenienza, in attesa dei saldi invernali, che nel primo week end (4-6 gennaio) hanno registrato un +8,8% complessivo a valore. Le uniche operazioni che funzionano sono promozioni, Black Friday e saldi che non sono, tuttavia, sufficienti a risollevare l’andamento generale.

A pesare sul quadro e a ispirare prudenza sono soprattutto le tensioni sui numerosi fronti internazionali e il cambio di presidenza americano. Sul settore grava la preoccupazione che si ritorni a un periodo di stagnazione, caratterizzato da modeste variazioni di reddito e senza una reale crescita economica.

La ristorazione chiude il mese di dicembre a +1,6%, frutto, però, di un effetto inflattivo dei prezzi intorno +2,9% in dicembre su base annua. Abbigliamento-accessori registra il +1,2%, continua a soffrire altro retail a +0,7%. Nei canali di vendita bene i centri commerciali (+2,4%), a scapito delle vie dello shopping (-2%), nella media la prossimità a +1,3%. Il calo del travel a -1,6% è dovuto all’impennata dei prezzi nel mese di dicembre e nel periodo natalizio. Nelle regioni Umbria a +5,3%, Campania la peggiore a -2,4%. Nelle città di provincia Udine la migliore a +4,6%, Mantova fanalino di coda a -4,3%.

L’analisi del progressivo anno da gennaio a dicembre 2024 evidenzia una situazione di parità sul 2023, con un mercato che tiene ma debole. La crescita dello 0,6% non porta un reale sostegno ai consumi. Su 12 mesi 7 hanno performato sopra lo zero, ma di poco. Nei settori merceologici la ristorazione chiude l’anno a +1,2%, abbigliamento-accessori a +1,1%. Continua la flessione di altro retail a -1,2%. I canali di vendita sono in linea al totale mercato: i centri commerciali a +1%, le high street in calo al -0,3%, i negozi di prossimità al +0,6%.

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