Consumi, gli italiani preferiscono i prodotti del territorio
I consumatori italiani preferiscono i prodotti del territorio e sono convinti che, anche per ciò che riguarda il carrello della spesa, le proprie scelte abbiano una funzione sociale. È quanto emerge dal Behavior Report, il rapporto semestrale di YouGov incentrato sul comportamento d’acquisto di oltre 150mila consumatori in 21 Paesi europei. Nello specifico, la percentuale di italiani convinti di poter influenzare la società grazie alle scelte d’acquisto è molto superiore alla media europea (64% contro 44%), ed è rilevante che questo atteggiamento non venga perlopiù declinato attraverso il boicottaggio, che nel nostro Paese raccoglie adesioni molto basse, ma con il supporto costruttivo ad aziende del Made in Italy o a marchi percepiti come “virtuosi”.
Secondo il Behavior Report, il 75% dei consumatori italiani preferisce acquistare marchi locali, dato che sale all’83% per quanto riguarda i prodotti Made in Italy. Non solo: il 47% degli italiani dichiara di voler rafforzare il sostegno ai produttori locali nei prossimi sei mesi. Questo approccio ha da sempre contraddistinto il nostro Paese, ed è la base del successo commerciale di alcuni marchi particolarmente radicati nel territorio. “Esistono diversi esempi di prodotti che sfruttano la regionalità come driver di scelta e che in effetti spesso risultano estremamente di successo”, commenta Marco Pellizzoni, direttore commerciale di YouGov. “Non solo: l’italianità ha sempre più appeal anche all’estero e non solo nelle intenzioni. Diversi brand italiani si stanno affacciando sempre più sui mercati esteri raccogliendo risultati positivi”.
Secondo Marco Pellizzoni, la convinzione che le scelte d’acquisto possano effettivamente influenzare il corso degli eventi trova riscontro soprattutto nell’ambito della sostenibilità, tema “destinato senz’altro ad imporsi sempre di più in futuro, sia al crescere di istruzione e consapevolezza da parte degli italiani (ad esempio il target degli shopper laureati è molto più sensibile ai temi della sostenibilità, anche al momento degli acquisti) sia al probabile verificarsi di altri eventi estremi legati al cambiamento climatico”, precisa Pellizzoni. “Legare questa prospettiva alla località dei prodotti italiani è una via maestra che considero vincente per il nostro Paese”.
Il criterio di scelta che unisce i consumatori di larga parte d’Europa è quello relativo al benessere, manifestato dalla rapida crescita di bevande energetiche o funzionali, polveri dimagranti e frullati proteici. Una tendenza destinata ad assumere sempre più importanza, secondo Pellizzoni: “I trend legati al benessere sono solo all’inizio. Assistiamo da anni a forti crescite di penetrazione e spesa delle famiglie per mercati come il biologico (in particolare in ripresa nell’ultimo anno), senza lattosio, senza glutine, high protein, integratori e molto altro”. E prosegue: “Ad oggi la maggior parte dei consumatori italiani consuma queste categorie in modo reattivo (ad esempio se ha un’intolleranza o per seguire un regime dietetico o un’indicazione medica), mentre nel resto d’Europa prevale una routine legata al benessere, anche in questo caso spesso legata al livello di istruzione e di consapevolezza dei consumatori. C’è ancora quindi molto spazio di crescita per questi mercati, dove però si sta anche molto intensificando la situazione competitiva e si affollano gli scaffali”.
Un ulteriore elemento che emerge dal report di YouGov è la tendenza al boicottaggio, la cui incidenza media in Europa è del 35%. Quattro i principali fattori che portano a questa scelta: la crescita ingiustificata dei prezzi, la pubblicità ingannevole, la provenienza del prodotto da un Paese di cui si disapprovano le politiche e l’inquinamento ambientale. Questo tipo di approccio non riscuote però grande successo nel nostro Paese, incidendo per solo il 19%, ben al di sotto della media del Continente. Al proposito, Marco Pellizzoni commenta: “Naturalmente dopo tutto il battage anche mediatico sui dazi, la sensibilità dei consumatori e una certa rabbia verso determinate scelte politiche è cresciuta. Il 52% dei cittadini Europei dichiara che boicotterebbe prodotti che dovessero registrare aumenti ingiustificati dei prezzi. Ma attenzione come sempre alle peculiarità che contraddistinguono noi italiani: noi ci distribuiamo infatti più equamente tra target di consumatori che preferiscono sostenere l’economia locale (ancora una volta facendo leva sulla ricchezza del nostro food) e potenziali boicottatori”, conclude.
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