Criptovalute, la Consob con le autorità di Francia e Austria: “Vigilanza Ue sia più solida”
ROMA – A meno di un anno dall’entrata in vigore del regolamento europeo Mica sulle cripto-attività, il tagliando delle autorità di vigilanza sul mercato di Italia, Francia e Austria dà esito negativo. Troppe differenze, le incongruenze sulle applicazioni tra Paesi rischiano di far attivare troppo spesso le misure precauzionali previste dalla normativa europea. Per questo, è necessario un intervento di armonizzazione e consolidamento, così da rendere l’architettura più efficiente. La Consob, insieme alle autorità di vigilanza di Parigi e Vienna, nel suo appello per un intervento correttivo avanza anche delle proposte concrete per migliorare il quadro europeo.
Nella nota delle tre istituzioni, viene anche affermato che alcune disposizioni non forniscono una protezione sufficiente contro i rischi specifici del settore, quali i rischi cyber, o tutele adeguate nei casi in cui gli intermediari europei accedano a piattaforme situate al di fuori dell’Unione europea. Situazioni che rischiano di compromettere la tutela degli investitori e, in questo modo, mettere anche a repentaglio la competitività degli operatori di mercato europei.
Criptovalute, le proposte di intervento
Al fine di garantire un’applicazione coerente ed efficace del regolamento Mica, Consob, Amf e Fma propongono una serie di modifiche mirate, anche al fine di allinearsi ulteriormente alle raccomandazioni formulate sulla stessa materia dal Financial Stability Board e dall’Organizzazione internazionale delle commissioni di vigilanza sui valori mobiliari (Iosco) nel luglio e nel novembre 2023.
Ad esempio si propone la vigilanza diretta da parte dell’Esma – l’Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati – dei principali fornitori di servizi di cripto-asset, per garantire un’applicazione uniforme delle norme e quindi una vigilanza più efficace. In questo modo, scrivono Consob, Amf e Fma, “si eviterebbero scelte opportunistiche in merito al Paese dove ottenere l’autorizzazione e potrebbero inoltre essere contenuti i costi di vigilanza”.
Viene poi suggerito il rafforzamento delle norme per le piattaforme che operano al di fuori dell’Unione Europea ma che si rivolgono agli investitori europei. Le tre autorità propongono quindi che qualsiasi intermediario che esegue ordini su cripto-asset lo faccia su una piattaforma conforme alle disposizioni del Regolamento Mica o di normative equivalenti.
L’intervento Ue dovrebbe poi comprendere una migliore supervisione delle piattaforme per limitare i cyber risk. Tale verifica riguarderebbe la protezione degli asset, la resilienza agli attacchi informatici e la gestione degli incidenti. Infine, il chiarimento del processo di esame dei white paper e possibile creazione di un punto di accesso unico per la presentazione e la gestione delle offerte di token (escluse le stablecoin). Questa proposta “mira ad aggiungere certezza giuridica alla fase di analisi dei white paper, promuovendo allo stesso tempo un’ulteriore centralizzazione della presentazione delle offerte, in relazione alla portata paneuropea della maggior parte delle stesse”.
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