Data Center: boom di consumi, rete elettrica Usa sotto stress

La rapida espansione dei data center – guidata dalla crescita dirompente di digitalizzazione, intelligenza artificiale (IA), edge computing e servizi basati su cloud in tutti i settori – cambierà radicalmente il sistema energetico statunitense nei prossimi anni. Già oggi gli Usa ospitano circa la metà dei data center del mondo, con una capacità complessiva di circa 22 GW a fine 2023, cioè quasi il 40% della domanda mondiale. Le stime di Rystad Energy, think tank indipendente specializzato nel settore energetico con sede a Oslo, prevedono che se tutti i progetti annunciati verranno realizzati questa capacità triplicherà fino a raggiungere i 60 GW entro il 2035, aumentando fino a 450 TWh i consumi energetici rispetto ai 130 TWh del 2023.

In America, il problema è diventato serio con lo sviluppo della “Data Center Alley” in Virginia, la patria dei data center che ospita più di un quinto della capacità di calcolo a livello globale, con consumi energetici valutati intorno ai 2,6 GW nel 2023. La situazione peggiorerà ulteriormente nei prossimi anni alla luce degli ingenti investimenti realizzati in Texas, che sta emergendo come un nuovo hub per i data center.

Secondo Rystad, per affrontare questa rivoluzione, sono necessari significativi investimenti nell’infrastruttura di rete, accompagnati da politiche industriali che incentivino il bilanciamento del mix energetico e l’espansione delle capacità di stoccaggio dell’energia. Dal modo in cui questi elementi saranno gestiti, dipenderà il futuro energetico degli Stati Uniti.

In questo scenario così complesso, prosegue Rystad, il gas naturale ha riacquistato un ruolo chiave per la sua affidabilità come fonte energetica, come dimostrano gli investimenti programmati dalle utility che pianificano 17,5 GW di nuova capacità nei prossimi anni, il livello più alto dal 2017. Questa risorsa svolge, infatti, un ruolo chiave nel garantire l’affidabilità necessaria per i data center ad alta intensità energetica. In questo senso, sono emblematici i progetti portati avanti in Texas, Louisiana e Mississippi da Entergy, utility texana che opera nella generazione, trasmissione, distribuzione e vendita di energia elettrica.

Tuttavia, Rystad segnala che il settore deve affrontare diversi ostacoli, in primis l’ammodernamento dell’infrastruttura di trasmissione visto che che quella attuale fatica a supportare la crescente domanda di energia e a integrare nuovi progetti. Non a caso, il 14 gennaio 2025, il presidente Joe Biden ha emesso un ordine esecutivo per eliminare alcuni colli di bottiglia e accelerare il rilascio di permessi e la costruzione di infrastrutture per data center ed energia pulita su terreni federali. L’ordine affida al segretario della Difesa e al segretario dell’Energia il compito di identificare almeno tre siti federali entro il 28 febbraio 2025, ciascuno, in cui costruire data center e strutture associate per l’energia pulita.

Sul fronte delle energie rinnovabili, sembra probabile invece che il settore delle utility subirà un lieve rallentamento dopo un 2024 da record che ha visto l’aggiunta di 33 gigawatt di corrente alternata (GW-AC) di nuova capacità di solare fotovoltaico (PV), secondo i dati preliminari. Si prevede che la crescita proseguirà grazie a progetti in fase avanzata per un totale di 33,5 (GW-AC). Allo stesso tempo, i sistemi di accumulo di energia continuano a prosperare. Le installazioni di batterie sono aumentate del 50% nel 2024, raggiungendo 32,5 gigawattora (GWh), e si prevede che cresceranno di un altro 35% quest’anno, spinte da sistemi più grandi e standardizzati.

Per i consumatori, questi sviluppi comportano dei costi. I prezzi dell’elettricità residenziale sono stati in media di 165 dollari per megawattora (MWh) lo scorso anno, con un aumento del 25% rispetto al 2020. Si prevede che gli elevati costi di trasmissione e distribuzione, nonostante il calo dei prezzi all’ingrosso del gas naturale, manterranno alte le bollette dell’elettricità per il prossimo futuro.

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