David (Candriam): “Il momento è favorevole per azioni Usa e credito europeo”

Le politiche di Donald Trump, e in particolare una linea dura sull’immigrazione e sui dazi, potrebbero far indebolire la crescita globale e causare un nuovo aumento dell’inflazione. È il principale pericolo con cui i mercati potrebbero ritrovarsi a fare i conti nei prossimi mesi secondo Matthieu David, branch general manager Italy di Candriam, per il quale in questo contesto la parola d’ordine è selettività.

Come valutate il potenziale impatto della rielezione di Donald Trump sui mercati finanziari globali, soprattutto in termini di volatilità e allocazione settoriale?

“Rimaniamo sovrappesati sulle azioni statunitensi. Anche se l’andamento e le valutazioni del mercato americano incorporano già un certo ottimismo che ha fatto seguito alla vittoria di Trump, la traiettoria di crescita dell’economia e dei profitti delle aziende statunitensi è molto più forte e resistente di quella di altri paesi sviluppati. Abbiamo una preferenza per le piccole e medie imprese e per i titoli ciclici, come quelli industriali e finanziari, che dovrebbero essere i principali beneficiari delle politiche di Trump ‘reflazionistiche’ e favorevoli all’economia nazionale. Guardiamo con favore anche al credito europeo, che beneficia di un contesto di tassi d’interesse più favorevole e di livelli di spread complessivamente più elevati rispetto agli Usa”.

Nell’ambito del credito da dove arrivano le maggiori opportunità?

“Attualmente vediamo forte valore a lungo termine nell’high yield (obbligazioni societarie emesse da società meno solide, ndr). Attualmente, infatti, l’asset class presenta valutazioni miste, ma i rendimenti rimangono elevati

rispetto ai livelli storici. I fondamentali sono migliorati significativamente nell’ultimo decennio, così come la qualità dell’asset class, anche se riteniamo che alcuni emittenti siano vulnerabili ai tassi elevati. Nell’attuale contesto

caratterizzato da maggiore volatilità, tassi elevati e spread molto ristretti, riteniamo sia fondamentale essere selettivi e adottare un approccio ad alta convinzione basato sui fondamentali per scegliere con attenzione i titoli migliori, così da beneficiare del potenziale di carry (rendimento, ndr)”.

Come potrebbe influire un possibile aumento delle tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina o altri blocchi economici?

“Il secondo mandato di Trump potrebbe segnare il ritorno di politiche commerciali aggressive, con dazi che, nello scenario più pessimista, andrebbero a colpire fino al 60% delle esportazioni cinesi e potrebbero ridurre la crescita del Pil cinese dell’1,5%-2%, minacciando la fragile ripresa del paese asiatico. Tuttavia, quest’anno i mercati azionari cinesi potrebbero vedere una ripresa, sostenuti dagli stimoli fiscali e monetari che favoriranno soprattutto i settori orientati al mercato interno, come l’ecommerce, i beni di consumo discrezionali e l’istruzione, oltre che il gaming online. Tuttavia, le aziende tech che devono affrontare restrizioni all’esportazione e pressioni normative da parte degli Usa potrebbero avere difficoltà. In questo contesto, le A-share (titoli quotati sulle Borse di Shanghai e Shenzhen, tradizionalmente di difficile accesso per la maggior parte degli investitori esteri, ndr) sono destinate a sovraperformare le H-share (azioni di società cinesi quotate in borsa che vengono scambiate in Hong Kong e denominate in dollari di Hong Kong, ndr) grazie alla loro minore esposizione ai rischi geopolitici e a un dollaro forte. Guardando ai mercati emergenti più in generale, la Cina continua a rappresentare un motore di crescita fondamentale. L’aumento dei consumi interni potrebbe incrementare la domanda di materie prime, a vantaggio degli esportatori dell’America Latina e dell’Africa”.

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