De Mare (AllianceBernstein): “Il taglio dei tassi favorisce i bond europei”
Nonostante la traiettoria dell’inflazione per i prossimi mesi resti ancora incerta, la Bce dovrebbe proseguire con il taglio dei tassi fino alla metà del 2025 e, secondo alcuni analisti, anche oltre. Complici l’intenzione dell’amministrazione Trump di procedere con le politiche sui dazi e la crisi che sta colpendo l’industria tedesca. Un calo di tassi e rendimenti che, secondo Giovanni De Mare, country head Italy di AllianceBernstein, andrà a favorire l’obbligazionario europeo.
Per l’esperto opportunità interessanti arrivano dal mercato del credito, a patto di selezionare con cura corporate bond da inserire in portafoglio. Lo sguardo è puntato sia sul ramo investment grade (emissioni di aziende con rating elevati, che quindi spuntano tassi inferiori alla media), sia su quello high yield (ad opera di società meno solide) e in particolare su titoli con scadenza 0-10 anni, che dovrebbero trarre i maggiori benefici dal taglio dei tassi.
“Riteniamo che il comparto high yield, sebbene più sensibile al rallentamento economico, mantenga la sua attrattiva”, spiega De Mare. “Infatti, questi titoli hanno migliorato i fondamentali e mostrano rendimenti interessanti rispetto ai livelli storici, il che rappresenta un buon indicatore dei rendimenti futuri”. A livello settoriale, la preferenza va alle grandi banche nazionali che trattano a sconto rispetto a emittenti industriali di qualità analoga. Inoltre, De Mare vede opportunità nel settore delle comunicazioni e dei beni di consumo, privilegiando società con rating elevato e forti flussi di cassa globali.
“Sul fronte dei governativi”, sottolinea l’esperto, “guardiamo all’Europa come fonte di diversificazione e reddito, in particolare nelle scadenze tre-sette anni per limitare i rischi fiscali. Riteniamo interessanti i Bund per la loro stabilità e i Btp italiani a dieci anni, che rendono oltre il 3%”. Quanto alla quota del portafoglio da dedicare al reddito fisso europeo, all’interno di una strategia ben diversificata, un investitore con profilo di rischio medio potrebbe allocare il 50% del portafoglio su questa asset class, bilanciando però attentamente titoli corporate (come fonte di reddito) e governativi per garantire stabilità.
In portafoglio, secondo De Mare, andrebbe fatto spazio anche all’equity. “Vediamo opportunità sia nelle mega-cap, sia nelle small-cap statunitensi, che beneficiano di un’agenda politica incentrata sul mercato interno, di una tassazione più favorevole e del contesto di tassi in calo”. Tra i settori, l’esperto guarda all’healthcare che, con le sue caratteristiche difensive, ma anche di innovazione, resta una scelta di investimento interessante. Un ambito nel quale, evidenzia De Mare, “ci sono ampie prospettive di crescita, in particolare nella diagnostica, nella robotica e nella telemedicina che sta diventando una pratica sempre più rilevante”. Tra le realtà più interessanti, De Mare cita Roche Pharmaceuticals, Lonza group e Bachem, due società attive nel settore degli strumenti per le scienze biologiche, e Straumann, azienda
di apparecchiature sanitarie.
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