Decreto bollette, Arera: “I nuovi beneficiari del bonus si attivino per fare l’Isee”
Per il decreto Bollette approvato dal Consiglio dei ministri due settimane fa è il momento del “tagliando”: in commissione Attività produttive della Camera, l’autorità dell’Energia Arera, associazioni dei consumatori e associazioni di categoria hanno chiesto modifiche e chiarimenti sul provvedimento per calmierare il prezzo dell’energia elettrica.
Il presidente di Arera Stefano Besseghini (bersagliato di domande dai deputati della Commissione) ha sottolineato come i nuovi beneficiari del bonus (cioè le famiglie con Isee fino a 25mila euro) non lo potranno ricevere se prima non chiederanno l’Isee. Per questo “è importante che si attivino”. Sullo stesso tema, il Movimento consumatori ha chiesto al governo di avviare una campagna istituzionale ad hoc.
Besseghini: “In bolletta aiuti a 8 milioni di famiglie, ma serve più concorrenza”
La “messa a terra” delle agevolazioni
Il decreto bollette affida proprio ad Arera il compito di attuare buona parte delle misure. E su questo Besseghini ha fatto il punto della situazione. Per erogare il contributo da 200 euro alle famiglie con Isee fino ai 25mila euro (i nuovi percettori) “stiamo interloquendo con l’Inps per attivare i nuovi beneficiari e il processo è già avviato”. Fermo restando che, se la famiglia non si attiva per chiedere l’Isee, l’Inps non avrà alcun dato da comunicare. Mentre il bonus aggiuntivo a chi già percepiva quello ordinario è già stato attivato. Per quanto riguarda le imprese, invece, Besseghini spiega che i trimestri in cui partirà l’agevolazione (l’azzeramento della componente Asos) saranno il prossimo e quello successivo.
Il decreto prevede anche multe salatissime per gli operatori che non rispetteranno i “criteri di trasparenza e leggibilità” delle offerte e dei contratti, con multe fino a 155 milioni di euro. E sarà Arera a stabilire i criteri, sebbene Besseghini inviti tutti ad armarsi di pazienza, perché il percorso prevede un processo di consultazione “che non permetterà di stare nei 30 giorni previsti dal decreto”. Frasi che fanno storcere il naso ad alcuni deputati, ma il presidente di Arera rilancia ricordando che già dall’estate 2025 partirà la nuova bolletta semplificata, il cosiddetto “scontrino dell’energia” che dovrebbe comportare un passo avanti in termini di trasparenza.
Le proposte dei consumatori
Una critica quasi unanime, mossa dai rappresentanti dei consumatori, è all’assenza di misure strutturali, in particolare per disaccoppiare il prezzo dell’energia elettrica da quello del gas. Secondo Fabrizio Ghidini, vicepresidente di Federconsumatori, il principale problema del decreto è che “si tratta di una misura temporanea che oltretutto lascia fuori le bollette invernali più gravose, che sono quelle del gas”. Passando alle proposte, Ghidini invita la Commissione a considerare una campagna istituzionale “che informi sull’esistenza della tutela della vulnerabilità, visto che a oggi molti clienti vulnerabili si trovano sul mercato libero”. Sempre sulla vulnerabilità Marco Vignola, vicepresidente dell’Unione nazionale consumatori, propone che “i vulnerabili restino in tutela per sempre: senza scadenza, senza aste e a un prezzo stabilito da Arera”.
“Due aziende su tre escluse dai benefici”
In audizione hanno parlato anche i rappresentanti di Confesercenti e di Confcommercio. Entrambe hanno chiesto di modificare l’articolo 2 del decreto, quello che introduce agevolazioni per le aziende con potenza installata superiore a 16,5 kilowatt. Una soglia che terrebbe fuori “due terzi delle imprese italiane” lamenta Confcommercio. Secondo Mauro Bussoni, segretario generale di Confesercenti, il caro energia potrebbe presentare alle Pmi del terziario un conto da quasi tre miliardi di euro.
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