Dop economy, in vigore da aprile le nuove regole europee. Stop a imitazioni del made in Italy come Parmesan e Prosek

Il regolamento europeo sulle produzioni di qualità è una realtà. Entrerà in vigore dai primi giorni di aprile e permetterà di tutelare alimenti, vini e bevande alcoliche con marchio Dop, Igp e Igt. Con il via libera del Parlamento europeo (520 voti a favore, 19 contrari e 64 astenuti), nella plenaria del 28 febbraio, viene definitivamente recepito l’accordo raggiunto tra i negoziatori dell’Eurocamera (l’italiano Paolo De Castro), del Consiglio Ue (il ministro spagnolo Luis Planas) e della Commissione (il polacco Janusz Wojchechowski).

Il made in Italy perde 70 miliardi per colpa dell’“italian sounding”

Stop a nomi evocativi

Da aprile, dunque, ci saranno maggiori tutele per i prodotti di qualità. Sarà così rafforzata la cosiddetta Dop economy, un settore in tutta l’Unione vale 80 miliardi l’anno, di cui almeno 20 sono riconducili a prodotti made in Italy. In tutto il territorio comunitario sarà vietato l’uso di denominazioni evocative. Non sarà più permesso lo sfruttamento indebito della reputazione delle indicazioni geografiche italiane o di un altro Paese. Sarà così messo definitivamente fuorilegge l’italian sounding, che ha fatto la fortuna di alcuni prodotti a discapito di marchi di qualità. Niente più Parmesan, insomma. E neppure Gorgonzillo e Prosek.

Protezione anche online

Il nuovo regolamento prevede anche la protezione on line attraverso il geoblocking. In pratica, ogni Stato membro dovrà bloccare l’accesso a tutti i contenuti della rete che evochino in qualche un’indicazione geografica, anche attraverso un alert system. La protezione dei consumatori sarà ugualmente garantita nel caso in cui le indicazioni geografiche siano utilizzate come ingredienti: i trasformatori avranno l’obbligo di indicarne in etichetta la percentuale presente nel prodotto trasformato. Agli Stati membri viene garantita la possibilità di rafforzare le tutele, prevedendo procedure di autorizzazione a livello nazionale.Un ruolo fondamentale viene riconosciuto ai consorzi. Saranno il motore di sviluppo delle indicazioni geografiche e continueranno a essere gestiti soltanto dai produttori e dagli operatori lungo la filiera produttiva, con maggiori e migliori responsabilità, tra cui la lotta alle pratiche svalorizzanti e la promozione del turismo ad indicazione geografica, che potrà diventare un volano per lo sviluppo dei territori.

De Castro: “Ue al fianco degli agricoltori”

Per il riconoscimento dei consorzi sono stati salvaguardati schemi nazionali, come quello italiano, che già funzionano in modo efficace. Agli Stati membri, inoltre, sarà riconosciuta la possibilità di introdurre sistemi di contributi erga omnes, che prevedano l’obbligo per tutti i produttori di sostenere i costi del consorzio per lo svolgimento delle attività previste dal Regolamento. “Il successo di oggi restituisce un esempio di come l’Europa, quando è spinta dalla giusta volontà politica, sia in grado di accompagnare gli agricoltori verso quei modelli produttivi che hanno reso la nostra filiera agroalimentare ineguagliabile al mondo in termini di qualità e sostenibilità del cibo – commenta Paolo De Castro, relatore del provvedimento per il Parlamento europeo –. Se si considera che questo è l’unico atto normativo per il settore agroalimentare approvato in questa legislatura, si comprende l’importanza del lavoro che è stato portato avanti in questi anni”.

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