E-commerce, consumatori attenti alla sostenibilità ma solo il 20% delle aziende fa azioni concrete
Un consumatore su tre è disposto a pagare di più per pratiche rispettose dell’ambiente eppure sono ancora poche le aziende che hanno attivato politiche in questo senso. La sostenibilità quindi diventa sempre più cruciale nelle decisioni di acquisto visto che addirittura il 70% dei consumatori dichiara di essere attento a questo fattore. Nonostante tutto questo interesse però, sono solo il 20% le aziende che hanno attivato azioni concrete in tal senso secondo una recente ricerca dell’Osservatorio eCommerce B2C del Politecnico di Milano, in collaborazione con Dhl Express Italy, che ha coinvolto 113 imprese online e oltre 1.000 consumatori.
Il panorama dell’e-commerce è in evoluzione e sta emergendo un importante divario tra le aspettative dei consumatori e le azioni intraprese dalle aziende del settore. La discrepanza rappresentata da 50 punti di differenza tra aspettative dei clienti e azioni delle aziende rappresenta un’opportunità mancata per i merchant di connettersi con consumatori che sono sempre più attenti alla sostenibilità quando prendono delle decisioni di acquisto. Basti pensare che circa due consumatori su tre si dichiarano disposti a modificare le proprie abitudini di acquisto pur di ridurre l’impatto ambientale. E ancora, un consumatore su tre è pronto a pagare di più per opzioni di consegna sostenibili o per prodotti certificati, mentre molti rifiutano di comprare da aziende che non promuovono la sostenibilità.
Nonostante questi dati però, un numero significativo di merchant risulta ancora impreparato a soddisfare queste aspettative. Due terzi delle aziende infatti, non commercializza prodotti certificati come sostenibili e molte non hanno ancora implementato iniziative di riciclo del packaging. Mancanze che potrebbero comportare una perdita di quei potenziali clienti che cercano marchi responsabili. Secondo la ricerca, il panorama attuale è caratterizzato da un grande numero di operatori che si trovano nelle fasi iniziali del loro percorso verso la sostenibilità. Numerose aziende non hanno alcun responsabile della sostenibilità e molte esitano a investire in iniziative sostenibili a causa di barriere economiche o culturali percepite. Sebbene il 54% delle imprese intervistate ha iniziato a investire in sostenibilità, la maggior parte destina meno del 6% del proprio fatturato a queste politiche. Le principali motivazioni per questi investimenti sono le considerazioni reputazionali e l’efficienza operativa, indicatori dell’aumentata comprensione degli operatori per i benefici a lungo termine della sostenibilità.
“Il nostro impegno verso la sostenibilità è una priorità fondamentale” sottolinea Martin Blok, managing director sales & marketing di Dhl Express Italia, “e attraverso il servizio GoGreenPlus ci proponiamo di ridefinire il nostro approccio alla logistica più sostenibile”. In un mercato competitivo dove la sostenibilità diventa un fattore chiave anche per attrarre nuovi segmenti di clientela e costruire un futuro migliore, continua Blok, “con GoGreenPlus offriamo ai nostri clienti la possibilità di ridurre le emissioni di CO2e di Scopo 3, generate dalle loro spedizioni internazionali, grazie all’utilizzo di Saf (sustainable aviation fuel, ndr), il carburante sostenibile per l’aviazione che, miscelato con il carburante tradizionale, riduce le emissioni di CO2e fino all’80%”.
Secondo quanto evidenziato dalla ricerca, aggiunge Valentina Pontiggia, direttrice dell’Osservatorio eCommerce B2C del Politecnico di Milano “sebbene priorità e prospettive non siano ancora pienamente allineate, i consumatori sono sempre più disposti a orientare i propri comportamenti d’acquisto verso scelte più sostenibili. I merchant, d’altra parte, hanno l’opportunità di cogliere questa tendenza. Superare le sfide legate ai costi associati alla sostenibilità è possibile attraverso una maggiore trasparenza e un impegno condiviso da parte di aziende e consumatori”.
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