È l’ora del consulente patrimoniale
Non solo la concorrenza dei titoli di Stato, con i rendimenti spinti in alto dalla dinamica delle politiche monetarie. Il mondo della consulenza finanziaria è alle prese con grandi cambiamenti strutturali dovuti all’evoluzione della domanda.
I numeri della prima giornata
La prima giornata di Consulentia 2024 va in archivio con numeri importanti (1.600 visitatori) e una serie di momenti di confronto sul futuro del settore.
Il consueto appuntamento “Un’ora con…” ha inaugurato la kermesse all’Auditorium Parco della Musica di Roma, con la partecipazione Luciano Floridi, direttore del centro di etica digitale dell’università di Yale, il quale si è soffermato sul potenziale dell’intelligenza artificiale, che “consente di accelerare le decisioni”, ma non sottrae spazio all’uomo, che “continuerà ad avere il controllo e la responsabilità di capire le alternative e la direzione corretta da perseguire con i nuovi strumenti digitali a disposizione”.
L’importanza della diversificazione
Le tecnologie sono il principale motore di cambiamento del risparmio gestito, alle prese anche con altre sfide. “L’offerta tradizionale non tiene più il passo della domanda, che è evoluta ed è diventata anche più esigente”, racconta Nicola Viscanti, head of advisor di Banca Widiba. “Soprattutto per la clientela più sofisticata i prodotti del risparmio gestito sono diventati una componente di un mosaico più composito nel quale trovano spazio anche Etf e titoli di Stato. In questo modo si riesce a garantire una soluzione personalizzata e – tempo stesso – caratterizzata da costi contenuti per l’investitore”, aggiunge.
Cinque trend del cambiamento
Edoardo Fontana Rava, direttore servizi di investimento e assicurativi di Banca Mediolanum, individua cinque temi che stanno guidando l’evoluzione della consulenza. “In primis la regolamentazione nella sua complessità e nel modo in cui gli operatori si approcciano alla stessa. Quindi l’evoluzione digitale, che a sua volta può essere vissuta come una minaccia o come supporto alla relazione personale basata sulla fiducia. Il terzo elemento decisivo è costituito dai nuovi consumatori, che non sono solo i giovani, ma anche i risparmiatori che cambiano approccio. Infine le competenze e il gioco di squadra, elementi chiave per offrire un’offerta adeguata alle crescenti complessità del mercato”.
Tirando le fila del discorso, il manager di Banca Mediolanum vede la principale chiave di competitività nella capacità di guardare al patrimonio in chiave olistica, non limitandosi solo alla componente della ricchezza finanziaria.
L’esempio britannico
“La normativa britannica nel corso degli ultimi anni ha conosciuto un’evoluzione dettata dalla volontà di aumentare la trasparenza e gli standard qualitativi. Il risultato è stato l’incremento di consulenti indipendenti, a parcella”, ricorda Nicolò Carpaneda, strategist intervenuto a un convegno organizzato da M&G. “In questo scenario, i produttori sono passati dal ruolo di provider dei fondi a creatori di soluzioni in partnership con le reti di distribuzione”.
I cambiamenti in atto
“La relazione tra asset manager e partner distributivi sta evolvendo in funzione delle nuove sfide del mercato e delle mutate esigenze dei risparmiatori. Un trend innescatosi con l’entrata in vigore di MiFid 2, che sta portando la consulenza finanziaria a ripensare il suo approccio per adeguarsi al nuovo scenario”, è l’analisi di Andrea Orsi, country head Italy Ireland and Greece M&G Investments. “In un contesto che favorisce architetture guidate e valorizzazione dei veicoli di consulenza come unit linked, fondi di fondi e gestioni patrimoniali, le società di asset management sono chiamate a evolvere il proprio modello di servizio, con la capacità di offrire soluzioni di investimento ad alto valore aggiunto tagliate sulle esigenze di protezione e rischio-rendimento dei singoli investitori”.
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