Efficienza energetica: servono 16,2 miliardi annui per centrare target Ue al 2030

Per centrare i target Ue di efficienza energetica al 2030, servono 16,2 miliardi di euro di investimenti annui. Tredici miliardi all’anno (78 miliardi complessivi in 6 anni) nel settore residenziale per la realizzazione di interventi integrati – che combinano cioè almeno un intervento edile e la sostituzione dell’impianto termico – per un totale di 2,2 milioni di interventi in sei anni. Altri 2,5 miliardi all’anno (15 in sei anni) per gli edifici pubblici e 700 milioni all’anno (4,2 miliardi in sei anni) per il settore delle imprese.

Sono queste alcune delle evidenze emerse dallo studio Agici “Efficienza e Transizione Energetica – Competitività di modelli integrati”, presentato il 2 aprile a Milano nel corso dell’11° Convegno annuale dell’Osservatorio sull’efficienza energetica (Cesef), da cui è emerso che negli ultimi 10 anni i fatturati aggregati delle aziende, che operano in questo comparto, sono aumentati del 62%, passando dai 7,6 miliardi di euro del 2014 ai 12,2 miliardi del 2023.

Lo studio ha analizzato il potenziale di riduzione di consumi ed emissioni degli interventi di efficienza energetica (Ee) integrati a fonti di energia rinnovabile (Fer) quale percorso più efficace per la decarbonizzazione. L’analisi prende in considerazione quattro modelli di intervento associati a quattro forme di consumo: residenziale unifamiliare, residenziale condominio, edifici pubblici e industria.

Dallo studio emerge che per il settore residenziale unifamiliare, la combinazione integrata di isolamento termico, fotovoltaico, pompa di calore e accumulo (batteria) consente, sul singolo edificio, una riduzione delle emissioni fino al 94%. Per il modello basato su condomini, il report indica l’integrazione tra coibentazione dell’involucro e teleriscaldamento come la soluzione più efficace, in grado di ridurre l’89% delle emissioni.

Le tecnologie integrate risultano le soluzioni migliori anche per il modello degli edifici pubblici, tra cui scuole e ospedali, pur riscontrando riduzioni delle emissioni più modeste rispetto ai casi precedenti, legate principalmente a vincoli nella capacità di spesa delle amministrazioni locali.

Il report, infine, individua gli impatti anche per il settore dell’industria. Secondo il modello individuato da Agici, l’integrazione tra Ee e Fer permetterebbe un abbattimento del 54% delle emissioni.

Queste soluzioni, evidenzia lo studio, richiedono ingenti investimenti, soprattutto alla luce della crescente ambizione delle policy comunitarie negli aggiornamenti della direttiva sull’efficienza energetica e della direttiva Epbd (“Case Green”), recepite parzialmente nella revisione del Piano nazionale integrato per l’energia e il clima (Pniec).

In questo contesto, l’analisi evidenzia come gli incentivi esistenti non siano sufficienti a stimolare gli investimenti privati necessari. A ciò si aggiunge la crescente difficoltà delle finanze pubbliche di farsi carico delle spese richieste dalla transizione energetica. Per rispondere a tali esigenze, lo studio conclude sottolineando l’urgenza di un quadro di supporto pubblico più chiaro e stabile, capace di coinvolgere in modo efficace il settore della finanza privata, tra cui banche di sviluppo, fondi di private equity e istituti bancari.

“In questi anni abbiamo assistito a una profonda trasformazione del settore dell’efficienza energetica, che ha visto le aziende del comparto ricoprire sempre di più il ruolo di accompagnatori e abilitatori del processo di decarbonizzazione a tutto tondo”, ha commentato Stefano Clerici, consigliere delegato di Agici. “A fronte degli ambiziosi target comunitari, questo processo richiede un’accelerazione degli investimenti, che al sostegno pubblico combini il coinvolgimento della finanza privata. Per farlo occorre dare continuità pluriennale alle regole del gioco, e riconoscere la centralità degli attori specializzati, in grado di apportare risorse economiche e competenze”.

Nel corso dell’evento è stato inoltre consegnato il premio “manager efficienza energetica 2025” a Giovanni Brianza, ceo di Edison Next. “Gli ultimi anni hanno rappresentato un periodo particolarmente complesso che ha evidenziato come sia determinante mettere a terra iniziative che abbiano un impatto non solo a livello ambientale, ma anche sociale e a favore della competitività delle aziende, facendo leva sulle sinergie tra operatori energetici, imprese e territori”, ha dichiarato Brianza.

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