Energia, emissioni e clima: regioni ai raggi x con la piattaforma Ciro

Liguria è apripista in termini di riduzione delle emissioni pro capite di gas serra. Campania e Sicilia sono le prime per consumi finali di energia pro capite. Il Veneto si distingue per numero di Comunità energetiche rinnovabili (Cer) attivate. La Valle d’Aosta primeggia per le rinnovabili. E in Umbria si registra invece il più basso numero di eventi meteoclimatici estremi.

A rilevarlo è la nuova piattaforma Ciro di Italy for Climate (Centro studi della Fondazione per lo sviluppo sostenibile), sviluppata con Sipra, il primo database in Italia che raccoglie dati, analizza con indicatori originali e mette a confronto, anche grazie al contributo del gruppo Gedi, le buone pratiche ambientali adottate dalle regioni italiane per guidarle nel processo di decarbonizzazione dei propri territori e nel raggiungimento degli obiettivi climatici.

La piattaforma Ciro – presentata oggi all’interno di The Energy Transition Expo, la manifestazione di Ieg (Italian Exhibition Group) sulla transizione energetica – è il frutto di un lavoro di ricerca e rielaborazione di dati che ha permesso di individuare 26 indicatori articolati in 8 aree tematiche: emissioni, energia, rinnovabili, edifici, industria, trasporti, agricoltura e vulnerabilità.

Per la prima area, come detto, la Liguria si dimostra la regione più virtuosa in termini di riduzione delle emissioni pro capite di gas serra. Il valore si è, infatti, ridotto del 65%, oltre l’obiettivo 2030 del green deal, soprattutto grazie alla riduzione nell’uso di carbone (nel 1990 rappresentava il 60% del fabbisogno energetico e nel 2021 il 5%). In termini di assorbimenti forestali, invece, la Toscana risulta essere la seconda regione più performante in questo indicatore (con 270 tCO2eq assorbite per ogni km quadrato di superficie), grazie a una valida gestione delle aree boschive.

Campania e Sicilia sono le prime per consumi finali di energia pro capite, ovvero le regioni che consumano meno anche grazie ad un clima particolarmente mite che richiede un minore fabbisogno di riscaldamento. A spiccare nell’ambito dell’energia rinnovabile, con una quota record pari al 97,6% del totale dell’energia consumata, è la Valle d’Aosta, regione storica dell’idroelettrico italiano. Il Veneto, invece, si distingue per numero di Comunità energetiche rinnovabili (Cer) attivate, con il record di 13 solo nel 2022.

E ancora: è il Trentino che spicca per quota di edifici in classe A negli Ape, mentre è nelle regioni del sud che si registrano quote record di consumi elettrici, un elemento molto importante per l’efficienza e la decarbonizzazione di questo settore. È invece la Basilicata la regione che, in riferimento all’indicatore che misura quanta popolazione residente si trova in aree a medio ed elevato rischio di alluvione, risulta essere la meno esposta, anche grazie ad un tasso di consumo di suolo fra i più bassi del Paese.

Tra le regioni che spiccano per l’industria c’è la Lombardia che, in rapporto al valore aggiunto, riesce a mantenere sia emissioni che consumi di energia del settore particolarmente bassi. Nei trasporti, la regione che emerge è il Lazio, seconda per passeggeri che utilizzano il trasporto pubblico locale (fonte ministero dei Trasporti), la regione registra la più alta quota di auto elettriche immatricolate nel 2022 (pari al 4,5%).

Con il 35,7% di quota, la Calabria è seconda nell’indicatore che misura la quota di agricoltura biologica, e terza per basso utilizzo di fertilizzanti in agricoltura. Anche in Puglia le prestazioni del settore agricolo sono molto positive: l’indicatore delle emissioni settoriali pro-capite è tra i più bassi d’Italia, l’indicatore che misura la quota di agricoltura biologica (25%) superiore alla media (19%), il numero di capi di bovini allevati pro capite è basso, così come è fra i più bassi d’Italia il valore dell’indicatore dell’utilizzo di fertilizzanti.

È la Basilicata la regione che, in riferimento all’indicatore che misura quanta popolazione residente si trova in aree a medio ed elevato rischio di alluvione, risulta essere la meno esposta, anche grazie ad un tasso di consumo di suolo fra i più bassi del Paese. È infine l’Umbria la regione che nel 2022 ha registrato il più basso numero di eventi meteoclimatici estremi in rapporto alla superficie.

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