Energia, il sorpasso storico del Gnl: arriva più gas via nave e meno dai tubi

ROMA — Non era mai successo. Nei primi due mesi del 2023, il gas naturale approdato in Italia via nave ha superato la quantità di materia prima arrivata attraverso la rete dei gasdotti. Una prima volta in assoluto, figlia di un altro fatto di rilievo per il sistema energetico italiano: il crollo delle importazioni dalla Russia.

Il Gnl (il gas naturale liquefatto che viene trasportato sulle navi gasiere) ha di fatto compensato il crollo delle importazioni dalla Russia. Le forniture di Gazprom – il colosso controllato dal Cremlino – che prima dell’invasione dell’Ucraina hanno garantito il 40% del fabbisogno italiano nel 2021 e il 20,4% nel 2022, l’anno scorso sono crollate al 4,7% del totale. Un dato confermato anche nel periodo gennaio-febbraio del 2024.

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Un risultato che, secondo gli esperti del mercato gas, è da imputare anche all’entrata in esercizio del nuovo rigassificatore nel porto di Piombino. L’acquisto da parte del gruppo Snam della nave gasiera Golar Tundra, opportunamente riadattata, di fatto è riuscita a compensare il calo delle importazioni dalla Norvegia e soprattutto dalla Russia.

Tra l’altro, mentre i paesi del Nord Europa hanno significativamente aumentato gli acquisti di Gnl dalla Russia – che nel 2023 ha toccato livelli senza precedenti – in Italia nel corso di tutto l’anno scorso è arrivato un solo carico, proprio al rigassificatore di Piombino. Non solo, a dimostrazione che il Gnl permette di avere maggiore flessibilità e limita i “rischi” geopolitici, i carichi via nave giunti in Italia negli ultimi 14 mesi sono arrivati da 11 paesi diversi: Stati Uniti, Algeria, Qatar, Egitto Spagna, Francia, Nigeria, Guinea Equatoriale, Mozambico, Belgio e Angola.

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I dati forniti da Snam (società controllata dal tesoro, tramite Cassa Depositi Prestiti) confermano anche il nuovo peso degli Stati Uniti come paese fornitore dell’Italia (così come per il resto della Ue). Nei primi due mesi dell’anno su 42 carichi arrivati ai quattro rigassificatori attivi in Italia, le navi salpate dagli impianti statunitensi son state 16, contro le 12 dal Qatar e le 10 dall’Algeria. Di fatto, gli americani hanno garantito buona parte del gas russo venuto meno. Tra l’altro, un vantaggio doppio per gli Usa: politico, ma anche economico, visto che consente agli americano di avere un nuovo mercato dove destinare il surplus di gas che si è venuto a creare ora che la tecnologia consente lo sfruttamento dei grandi giacimenti “shale”, il gas estratto frantumando gli strati rocciosi.

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Con l’entrata in servizio a Ravenna – nella prossima primavera – della seconda nave gasiera trasformata da Snam in impianto di rigassificazione, la forniture russe dovrebbero avviarsi verso lo zero: soltanto nel 2020 erano superiori ai 29 miliardi di metri cubi. I due nuovi impianti fanno così salire a cinque le infrastrutture strategiche per l’import di Gnl: oltre a Piombino e Livorno, gli altri si trovano a Panigaglia (La Spezia), al largo di Livorno e davanti alle coste della provincia di Rovigo. Quest’ultimo (gestito dalla società Adriatic Lng, di cui Snam è il socio operativo) ha il peso maggiore: nel 2023, ha garantito oltre il 50% di tutto il Gnl arrivato in Italia. Complessivamente, l’anno scorso le importazioni nette di gas naturale liquefatto sono state pari 16 miliardi di metri cubi, su un totale di 61,5 miliardi.

A questo proposito, va segnalato come il fabbisogno italiano sia in calo da due anni: “merito” degli ultimi due inverni particolarmente miti: l’anno scorso il calo è stato del 10%. Dato confermato anche nei primi due mesi del 2023.

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