Agli italiani potete togliere tutto ma non il loro olio Extra vergine di oliva (Evo). A rivelarlo un’indagine condotta dall’Osservatorio Sol2expo-Nomisma che ha coinvolto un campione rappresentativo di mille consumatori, secondo la quale il 96% degli italiani considererebbe l’olio Evo un bene irrinunciabile. Espressione di territorialità e sinonimo di ‘buon’ gusto, l’Evo surclasserebbe tutti gli altri tipi di oli a livello di qualità (89%), rapporto qualità-prezzo (85%), sapore (85%) e benefici sulla salute (79%). Appannaggio tendenzialmente di un acquirente adulto (over 45 anni) con figli residente al sud, l’Evo verrebbe scelto in più di un caso su due (54%) tenendo conto della sua provenienza, meglio se attestata da un marchio Dop/Igp. Non a caso sarebbero quasi 8 su 10 gli italiani che nell’ultimo anno avrebbero acquistato almeno una volta un extra vergine di oliva con indicazione geografica.

“Nel fuori casa, il 46% degli italiani fa sempre attenzione all’olio in tavola e nel 37% dei casi vorrebbe poter scegliere l’olio dal menu. Quattro intervistati su dieci, inoltre, sono interessati a partecipare a corsi di ‘Evo pairing’ – commenta Evita Gandini, responsabile insight di Nomisma – Si tratta di un interesse che si riflette anche sui canali di acquisto specializzati con un 32% di consumatori già abituati all’acquisto in oleoteca o specialty store, e un 16% che si approvvigiona online su siti dedicati”. Un accento, quello posto dai consumatori sulla qualità del prodotto, che al di là degli effetti combinati dell’inflazione e di una produzione ‘leggera’, pare confermato anche dall’andamento delle vendite tra il 2022 e il 2024 nella Gdo, canale di riferimento in Italia, diminuite del 10% a volume e cresciute del 64% a valore.

“In questo periodo così movimentato per il mercato, l’auspicio è che il cliente italiano acquisisca una maggior consapevolezza sul valore reale dell’olio extra vergine di oliva – spiega Denis Pantini, responsabile agroalimentare di Nomisma – L’Evo non è un semplice condimento o ingrediente da utilizzare in cucina bensì un alimento principe della deità mediterranea”.