Gas, la nuova mappa dell’energia globale

Il 2025 si sta muovendo sulla scia del 2024, confermando un contesto energetico globale segnato da instabilità internazionale, volatilità dei mercati e la sfida di conciliare sicurezza degli approvvigionamenti e contrasto al cambiamento climatico. Già i primi mesi dell’anno, secondo l’Agenzia internazionale per l’energia (Iea), confermano il proseguimento di tendenze consolidate, con la crescita dei consumi sostenuta dall’espansione asiatica, un andamento più moderato negli Stati Uniti e sostanzialmente fermo o in flessione in Europa.

Questa dinamica si riflette anche sul mercato petrolifero, dove la domanda mondiale è rimasta lo scorso anno sopra i livelli pre-pandemici, sorretta dall’aumento nei Paesi non Ocse – Cina, India, America Latina e Medio Oriente – che hanno generato la maggior parte dell’incremento. Anche la produzione globale è cresciuta, guidata dagli Stati Uniti e da altri produttori non Opec, in un equilibrio reso fragile da continue tensioni sullo scenario internazionale.

Le rinnovabili hanno chiuso il 2024 con un nuovo record di circa 560 GW di capacità aggiuntiva, concentrata in gran parte in Asia. Una spinta importante, ma ancora insufficiente per raggiungere l’obiettivo di triplicare la capacità globale entro il 2030 come previsto alla COP 28. Intanto, le emissioni di CO2 del settore energetico hanno toccato un nuovo massimo di circa 38 gigatonnellate (più 0,8% sul 2023), alimentate soprattutto dai Paesi a più rapida crescita.

In questo contesto, il gas naturale ha confermato la sua centralità come fonte di transizione, ma anche la sua vulnerabilità in un sistema sempre più interconnesso. Dopo un inizio 2024 segnato da prezzi in calo grazie a un inverno mite e stoccaggi europei record, la seconda metà dell’anno ha visto riaccendersi l’incertezza. Instabilità politica, riduzioni delle forniture norvegesi e la ripresa della domanda asiatica hanno mantenuto il mercato in fibrillazione, con effetti che si sono fatti sentire anche nella prima parte del 2025. Il quadro tracciato dalla 24° edizione del World Energy Review (Wer) di Eni – la rassegna statistica annuale che racconta l’evoluzione del mondo dell’energia attraverso analisi dettagliate su oil, gas, rinnovabili (solare fotovoltaico ed eolico) e minerali critici – evidenzia chiaramente questa dinamica.

Nel 2024 la domanda mondiale di gas è cresciuta del 2,7%, alimentata soprattutto dall’Asia e in particolare dalla Cina, dove la crescita industriale e l’elettrificazione richiedono più energia a minor impatto rispetto al carbone. Anche altri Paesi dell’area, come Indonesia e Vietnam, stanno aumentando l’uso di gas per sostenere sviluppo e transizione. I dati del Wer su produzione e consumi globali confermano questa tendenza, con la crescita netta concentrata nei Paesi non Ocse, mentre l’area Ocse mostra una dinamica stagnante o in calo, a testimonianza di un riequilibrio geografico della domanda e dell’offerta che sta ridisegnando il mercato mondiale. In Europa, invece, i consumi si sono stabilizzati su livelli inferiori rispetto al periodo pre-crisi. La combinazione di efficienza energetica, la spinta alle rinnovabili e prezzi più alti ha frenato la domanda industriale, pur mantenendo elevata la dipendenza dalle importazioni. La produzione interna ha continuato a diminuire – circa meno 10% rispetto al 2023 – accentuando la vulnerabilità del continente e spingendo investimenti in nuovi terminal di rigassificazione.

Il commercio globale di Gnl si è consolidato come strumento chiave di sicurezza e flessibilità. Nel 2024 la capacità di liquefazione ha superato i 660 miliardi di metri cubi, mentre quella di rigassificazione ha superato i 1.500 miliardi, con le espansioni più significative proprio in Asia e in Europa. Germania, Francia e Spagna hanno potenziato le proprie infrastrutture per ridurre la dipendenza dal gas russo, mentre l’Italia ha portato la propria capacità a circa 19 miliardi di metri cubi, con nuovi contratti e rotte alternative verso Africa e Medio Oriente. Il prezzo medio sui principali hub globali ha registrato un calo del 14% rispetto al 2023, riflettendo il minor consumo europeo nella prima parte dell’anno, mentre la ripresa della domanda asiatica nella seconda metà ha riequilibrato il mercato e continua a pesare sul contesto attuale del 2025.

Proprio l’Asia rappresenta la sfida e l’opportunità principali per il gas nei prossimi anni. La regione consuma circa un quarto del gas mondiale e vede in questa fonte l’alternativa più praticabile al carbone per sostenere la crescita industriale e migliorare la qualità dell’aria. Il Sud-est asiatico mostra un potenziale di sviluppo elevato, con Paesi come Indonesia, Malesia, Vietnam, Thailandia e Filippine impegnati a rafforzare le proprie importazioni di Gnl per soddisfare una domanda in espansione. Indonesia e Malesia restano anche esportatori storici, con una capacità di liquefazione combinata che supera il 10% del totale mondiale.

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