I ‘puristi del cibo’ alimentano mente e corpo

Amano scegliere personalmente ingredienti, fornitori, tecniche di preparazione, associazioni alimentari e modalità di consumo, convinti che mangiare bene sia fondamentale per nutrire corpo e mente, restando in armonia con sé stessi ma, soprattutto, con il prossimo. Sono i ‘puristi del cibo’, il profilo di ‘food lover’ più interessante, forse, tra i quattro delineati da Squadrati nell’ambito di uno studio promosso da parte dello specialista del ‘digital food delivery’ Just Eat che ha coinvolto un campione rappresentativo di 500 italiani d’età compresa tra i 18 e i 58 anni. In particolare, veri e propri ambasciatori di un’alimentazione consapevole e bilanciata orientata al benessere tout court, i ‘puristi’ contribuiscono con il loro ‘stile di vita’ a modificare le abitudini d’acquisto degli italiani all’insegna di due macro-trend: ‘self-care diet’ e ‘versatile food’.

Seguire una dieta sana e personalizzata in chiave ‘self-care’ significa nel 66% dei casi optare per ‘mangiare pulito’ o ‘clean eating’, scelte nutrizionali consapevoli (59%) e leggerezza (48%). In base allo studio, il carrello della spesa dei ‘puristi’ che si riconoscono in questa tendenza è, non a caso, ricco di sostituti della carne (58%), alimenti ‘senza’ ovvero privi di glutine, lattosio, zucchero, conservanti ecc. (53%), cibi arricchiti con proteine o nutrienti (49%), prodotti a Km0 o con tracciabilità di filiera (45%) e cibi biologici (44%). ‘Fuori casa’ prediligono, invece, locali con menu ‘plant-based’ (67%) – dove le verdure non fungono solo da contorno – e ristoranti che utilizzano ingredienti a Km0 (54%) e ‘healthy’ (50%).

I ‘puristi’ alfieri del ‘versatile food’, a loro volta, privilegiano cibi etici e sostenibili (28%) prestando attenzione oltre che al ‘clean eating’ (39%) e alle scelte consapevoli (34%) anche al colore degli alimenti, ritenuto parte integrante della ‘food experience’ (27%). Privilegiano altresì sostituti della carne (47%), probiotici e fermentati (38%), alimenti leggeri e digeribili (27%) e prodotti bio (22%). Frequentano, infine, ristoranti con filiera corta e trasparente (36%) che propongono piatti vegetali (37%) e ‘healthy’ (33%). Alla salute!

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