Idrogeno, al via uno studio globale per misurarne le emissioni

Un’alleanza internazionale tra scienziati, colossi industriali e organizzazioni ambientaliste punta a fare luce su un tema ancora poco esplorato ma cruciale per la transizione energetica: le emissioni di idrogeno. Per la prima volta, le fughe di questo gas verranno misurate direttamente su impianti reali in Nord America ed Europa, colmando un vuoto di dati che finora ha limitato la comprensione del suo reale impatto climatico.

La ricerca, avviata a marzo 2025, coinvolge nomi di primo piano come Air Products, Air Liquide, Shell e TotalEnergies, in collaborazione con l’Environmental Defense Fund (Edf) e alcune delle principali università e centri di ricerca del mondo, tra cui Utrecht, Cornell, Rhode Island, West Virginia, Aerodyne Research e Tno. Le attività proseguiranno fino al 2026, con l’obiettivo di fornire risultati pubblici, anonimi e validati scientificamente.

Lo studio proverà a quantificare i tassi di emissione di idrogeno provenienti dagli impianti della filiera dell’idrogeno, tra cui reformer di metano a vapore, condotte e compressori, impianti di liquefazione, raffinerie di petrolio, stazioni di rifornimento, veicoli alimentati a idrogeno e altre infrastrutture per l’idrogeno. Il tutto sarà misurato grazie a nuovi sensori ad alta precisione e tecnologie mobili di rilevamento in grado di registrare perdite in tempo reale con una velocità e una precisione mai viste prima.

“Questo studio non ha eguali nella sua portata e nell’approccio per ottenere dati veramente rappresentativi”, spiega Thomas Röckmann, professore all’Università di Utrecht. “Combinando i dati raccolti direttamente dagli impianti operativi con le competenze condivise dagli operatori, il nostro obiettivo è fornire prove scientifiche rigorose su una questione ambientale che rimane ancora poco esplorata e compresa”.

L’idrogeno, oggi utilizzato principalmente per la raffinazione e la produzione chimica, ha registrato un notevole slancio negli ultimi anni, con potenziali nuove applicazioni legate alla transizione energetica e alla decarbonizzazione. Secondo l’Agenzia internazionale per l’energia (Aie), oltre 60 paesi hanno adottato strategie nazionali per l’idrogeno, con obiettivi e investimenti sostanziali per aumentare la produzione e sviluppare infrastrutture di supporto. Sebbene l’idrogeno possieda un potenziale importante per contribuire a una decarbonizzazione profonda, in particolare in settori difficili da elettrificare, tra cui l’industria pesante e il trasporto a lunga distanza, presenta tuttavia sfide in termini di emissioni che devono essere comprese e gestite con attenzione per ottimizzare questo potenziale. Alcuni studi indicano che l’idrogeno rilasciato nell’atmosfera causa indirettamente il riscaldamento globale attraverso reazioni chimiche, che possono persino ridurre i benefici climatici attesi dal suo impiego. Dati accurati sulle emissioni possono fornire informazioni più precise su politiche e pratiche efficaci per prevenire perdite e altre emissioni dai sistemi a idrogeno esistenti ed emergenti.

Per Steven Hamburg, chief scientist di Edf, “questo studio riunirà per la prima volta il mondo accademico e quello industriale in uno sforzo collaborativo per misurare direttamente le emissioni di idrogeno da una serie di impianti operativi. Poiché l’idrogeno sta diventando una componente sempre più importante del sistema energetico, sviluppare una conoscenza di questo gas basata sui dati delle sue emissioni è essenziale per supportare decisioni informate e orientare i futuri investimenti nel settore”.

In questo senso, la collaborazione tra industria e accademia rappresenta un cambio di passo: le aziende coinvolte non solo aprono i propri impianti agli scienziati, ma condividono anche informazioni operative per garantire letture contestualizzate e affidabili. Finanziato interamente da Edf, il progetto punta a stabilire una base scientifica per orientare regolatori, investitori e sviluppatori verso una filiera dell’idrogeno realmente sostenibile.

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