Iea: emissioni metano nel mondo oltre 120 milioni di tonnellate

Nel 2024, le emissioni globali di metano prodotte da attività umane hanno superato i 120 milioni di tonnellate, un volume equivalente all’intero fabbisogno annuale di gas residenziale dell’Ue. Quasi un terzo proviene dalla produzione di petrolio, gas e carbone, spinta da livelli record di estrazione e da politiche di mitigazione ancora troppo deboli. A queste si aggiungono 8 milioni di tonnellate generate da pozzi e miniere abbandonati – monitorati per la prima volta dal Global Methane Tracker dell’Agenzia internazionale per l’energia (Iea) – e altri 20 milioni da bioenergia, in gran parte dovuti alla combustione incompleta di biomassa in contesti domestici nei Paesi in via di sviluppo.

Anche agricoltura e rifiuti contribuiscono in modo significativo, ma è nel settore fossile che si può agire subito. Secondo l’Agenzia, le tecnologie per ridurre le emissioni di metano a livelli quasi nulli esistono già, sono applicabili oggi e in molti casi hanno costi trascurabili o negativi. Stando alle stime, solo il 5% della produzione globale di petrolio e gas rispetta attualmente standard a basse emissioni: parliamo di circa 3 milioni di barili di petrolio al giorno e 130 miliardi di metri cubi di gas.

Intervenire sul metano non è solo una priorità climatica: può anche migliorare la sicurezza energetica globale. Nel 2024, il settore fossile ha emesso circa 200 miliardi di metri cubi di metano. Non tutto sarebbe stato tecnicamente recuperabile, ma secondo le stime, una strategia efficace di abbattimento avrebbe potuto rendere disponibili quasi 100 miliardi di metri cubi di gas naturale. A questi si aggiungono circa 150 miliardi di metri cubi di gas flaring ogni anno, la maggior parte dei quali bruciati in operazioni di routine, non legate a emergenze.

Affrontare insieme il problema del flaring e quello delle emissioni di metano consentirebbe di portare sul mercato maggiori volumi di gas, riducendo la pressione sul bilanciamento tra domanda e offerta. Una manciata di Paesi e aziende sta già dimostrando che è possibile ridurre drasticamente le emissioni, ma troppo pochi seguono l’esempio. L’intensità emissiva varia di oltre cento volte tra i migliori e i peggiori operatori del settore. Servono regole più stringenti e azioni concrete, altrimenti gli impegni rischiano di restare sulla carta.

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